LONDRA 2012. BOXE: Furto sventato. Super Russo e Cammarelle, colossi d’acciaio

LA GAZZETTA DELLO SPORT – I milioni del magnate azero e il ricorso non bastano. Clemente e Roberto battono Mammadov e Medzhidov…

(getty images)

Quando contano l’orgoglio, la classe, i nervi saldi, escono i campioni. Russo e Cammarelle sono in finale nei massimi e nei supermassimi, come già a Pechino. Clemente era nel baratro ed è risorto, Roberto ha ritrovato i pugni fumanti della Cina eppure una giuria inetta, non vogliamo pensare in malafede, lo stava privando di un successo limpidissimo. Quella di Russo è una grande impresa, dopo quel montante a metà del secondo round, sembrava finito il match, invece reagisce e colpisce: “Ho preso due colpi sotto, il primo era più leggero ma il secondo l’ho sentito, avevo bisogno di tutti quegli otto secondi per recuperare. Sapevo che potevo recuperare tre punti — sorride Clemente — ho usato la testa e ogni pugno arrivava dal cuore”. Trionfo, la rimonta (da 9 a 6 per l’avversario) completata con un 15-13 pieno di giustizia nonostante il ricorso azero, respinto. Russo è la solita miscela esplosiva di simpatia e sfacciataggine: «Ci sono voluti vent’anni di esperienza e tanta cazzimma per passare attraverso un incontro come questo. Ora Trovo l’ucraino Usyk, l’ho battuto nei quarti a Pechino ma adesso è migliorato, è campione del mondo, è lento ma porta tanti colpi e pesanti. Vorrà dire che gli girerò attorno». L’altro azero Medzhidov è campione del mondo della categoria più pesante, ma è sorpreso da un Cammarelle sempre vivo, dentro il match, che ritrova la rapidità dei colpi, soprattutto in quel sinistro che è manna contro un avversario che avanza dritto per dritto alla ricerca del destrone potente. […] Senza pudore. Cammarelle è di nuovo là: “Hanno provato a truffarmi, ma io ho dimostrato di essere ancora il più forte“. Ora, come a Pechino, trova il pugile di casa. Stavolta si chiama Joshua. Che la storia si ripeta.