CALCIOSCOMMESSE. Il calciatore del Siena Emanuele Pesoli si incatena in Figc

Gesto durissimo del tesserato della società toscana, che inizia lo sciopero della fame davanti la sede della Figc…

(Getty images)

Il calciatore del Siena Emauele Pesoli si è incatenato da pochi minuti presso la sede della Federcalcio di via Allegri, a Roma, per iniziare uno sciopero della fame e protestare così contro la sentenza della Commissione Disciplinare che ieri lo ha squalificato per 3 anni, nell’ambito del processo al Calciocommesse. «Mi sento ferito per la condanna, e vorrei un confronto con chi mi accusa, e cioè con Carobbio e Gervasoni. Non sto mettendo in discussione il lavoro dei magistrati e di Palazzi ma mi vorrei difendere in maniera giusta». Emanuele Pesoli, commenta così il suo sciopero della fame. «È una protesta forte – ha ammesso l’ex difensore del Varese – , ma mi stanno rovinando la vita per una cosa che non ho fatto. Prima di smettere di giocare vorrei lottare con tutte le mie forze. Attendo qualcuno, il presidente della Figc, Giancarlo Abete, resterò qui fino a quando non ce la faccio più». Pesoli è stato condannato per illecito per la tentata combine di Siena-Varese del 21 maggio 2011. Anche nel processo svoltosi la scorsa settimana all’ex Ostello della Gioventù del Foro Italico, attraverso i suoi legali, il calciatore 32enne aveva chiesto ai giudici di ascoltare in aula i ‘pentitì Carlo Gervasoni e Filippo Carobbio, suoi principali accusatori, ma l’organo presieduto da Sergio Artico aveva respinto la richiesta ritenendo l’audizione dei due non necessaria. Il Varese, deferito per responsabilità oggettiva per l’ex tesserato, ha patteggiato con un punto di penalizzazione e 30mila euro di ammenda.