ATLETICA. SCHWAZER: “Sono andato in Turchia, ed ho fatto tutto da solo”

“Non ho detto niente a nessuno, della federazione non voglio parlarne”. RIVIVI LA CRONACA DELLA CONFERENZA…

(getty images)

Il giorno tanto atteso per Alex Schwazer è arrivato. Giorno delle sue parole a tutta la stampa. In questi giorni difficili, in cui lo stesso Schwazer ha ammesso di aver fatto uso di epo, facendo tutto da solo, anche se non è escluso che possa rientrare nel caso Michele Ferrari, medico dei ciclisti, il quale è da tempo a contatto con l’atleta azzurro. Schwazer rischia la squalifica dai due ai quattro anni, inoltre rischia anche l’estromissione dall’arma dei carabinieri.

 

CRONACA DELLA CONFERENZA STAMPA LIVE

Ore 12.14 Alex Schwazer è entrato nella sala stampa, gremita di fotografi

Ore 12.16 Insieme all’alteta, ci sono un suo legale e il personale del Managment di Schwazer

Parla subito l’atleta:

“Ringrazio che siete venuti, sinceramente  non avrei mai pensato che ci sarebbe stata una conferenza stampa per me, per una positività all’antidoping, come potrete immaginare, per me non è tanto facile. Sono qua per raccontarvi perchè ho deciso di fare questo grande errore. Cercherò di essere sincero, come lo sono stato dopo la notizia. Spero che anche voi siate i più corretti possibili a scrivere quello che dico. Fine dell’anno scorso, dopo tre anni molto difficili, tante volte nel 2010 non sono stato tanto bene, dopo gli europei volevo smettere. Questi tre anni sono stati così. Fine anno scorso dovevo fare delle decisioni, con le Olimpiadi davanti io non sono più stato lucido, la pressione che mi sono fatto da solo e le aspettative che avevo di tornare molto più forte di prima, non sono più riuscito a dire di no a questa decisione di doparmi per le Olimpiadi. Un grande errore, mi dispiace è dire poco. Vorrei solo capire le cose come sono state veramente perchè ora si parla tanto, ma ci tengo che le cose che vengono riportate, devono essere riportate cosi come le ho dette. Ho fatto questa decisione tutta da solo, ho deciso di non dirlo a nessuno, ne alla mia famiglia ne alla mia fidanzata, nessun altro. Non volevo mettere nei guai nessuno, mi sono informato su internet, anche se oggi ho letto che è impossibile farsi l’epo da solo, ma posso assicurare che su internet c’è tutto. Sono andato in Turchia da solo, mi sono procurato l’eritropoietina in farmacia e sono ritornato. 1500 euro che ho cambiato in Turchia, sono stato la, è stato un momento bruttissimo, prima non avevo fatto questa cosa. Solo in una stanza è stato un momento difficile. Poi mi sono allenato normalmente. Il 13 Luglio avevo un controllo antidoping, e dopo ho iniziato a fare le iniezioni. Queste tre settimane sono state le più difficili della mia vita, perchè si dice che col doping si va più forte, ma ogni giorno dire bugie alla mia fidanzata. Ogni giorno mi svegliavo alle 3,4, 5 del mattino, e alle 6 avrei pensato che ci sarebbe potuto essere un controllo antidoping. Dovevo dire alla mia fidanzata di non aprire, sennò ero positivo. E’ stato difficilissimo, poi mi sono ammalato e ho continuato ad allenarmi. Non è vero che non sono andato alla 20km, perchè ero dopato, ma stavo male veramente. Mi sentivo distrutto, dove un giorno dopo l’altro mi sentivo peggio. Il 29 luglio mi sono fatto l’ultima iniezione e sono tornato a casa, dichiarando il falso all’antidoping. Dovevo andare a casa a prendere la tessera sanitaria e un paio di scarpe da gara che mi mancavano. Giorno del compleanno di mia madre. Il giorno dopo hanno suonato a casa mia e sapevo che era il controllo antidoping, non avevo la forza di dire a mia mamma non aprire, o se apri non ci sono. Io non ho mai saltato un controllo, non avevo più la forza e non vedevo l’ora che finisse tutto, ho fatto il controllo dove sapevo di essere positivo. Ho passato una settimana incredibile e due giorni fa è uscita la notizia (l’atleta è visibilmente commosso, ndr). Sono molto dispiaciuto perchè ho buttato tutti gli anni. Sono contento però che è finito tutto e riesco forse a fare una vita normale. Voglio dire due cose ancora. La prima riguarda la mia fidanzata, non è stato facile dire che la medicina che era in frigo era vitamina e non epo. Non era facile dire questo, mi vergogno tanto. Lei non c’entra nulla non è vero tutto quello che si dice su di lei. A giugno ha deciso di continuare, da luglio si allena. Il secondo punto riguarda il dottor Ferrari, lo conosco, ma che ho preso i farmaci da lui non è vero, perchè io ho contattato il dottor Ferrari nel 2009, dove mi sono ritirato. Atleticamente non mi sono sentito apposto. Nel 2010 mi sono gestito da solo, ho chiesto se mi poteva dare consigli tecnici e basta. Tutti i test fatti in quel periodo dicevano che ero pulito. Tutto quello che si dice non è assolutamente vero. Nel 2011 non ho più sentito il dottor Ferrari, dopo il casino sui ciclisti”.

Vuoi dire qualcosa al tuo allenatore?
Devo dire che adesso tutti dicono che sono delusi da me, giustamente. Però quando ho fatto queste scelte ho fatto tutto da solo per non mettere in difficoltà nessuno. Ad un certo punto non ce la facevo più e ho deciso questo passo. Mi dispiace è dire poco. Spero per lui che non ci siano problemi. In Italia non ho contattato nessuno. Con le intercettazioni e tutto, nessuno passa inosservato. Ho deciso di fare tutto all’estero. Spero per lui che magari un giorno potrà dire ‘capisco questa situazione estrema’. 

Quando sei andato in Turchia?
In Turchia sono andato a Settembre. Mi sono informato su internet. In Italia ci voleva la ricetta. Ho cambiato 1500 euro in lira turca, non hanno fatto tanti problemi. Non ho detto a nessuno che andavo in Turchia. Ci sono stato tre giorni. Io non sono fatto per drogare. Ad un certo punto psicologicamente e moralmente non ce l’ho più fatta. Ci tengo a dire che sono sicuro che se tutto ciò non fosse successo, io alle Olimpiadi non ci sarei andato. Non avrei mai avuto la forza. Questa notizia è uscita due giorni fa, sarei partito domani”.

Quando ne hai parlato a Carolina?
“La mia vergogna era talmente tanta che è stata la prima a saperlo, appena mi hanno chiamato da Londra per la notifica. Poi i miei genitori, la mia managaer e poi il collega della Gazzetta”.

A Carolina avevi detto che quando eri con Carolina di non apri la porta ai controlli o che non la volevi aprire la porta?
“Non ho mai detto niente a lei. Perchè non è venuto mai nessun controllo. Il controllo era venuto quando avevo finito e sono tornato a casa. Son tornato a casa la sera e il giorno dopo avevo il controllo a casa”.

Gli incontri con il dottor Ferrari?
“Tutto quello che è stato detto non è assolutamente vero. L’avrò incontrato 5-6 volte, tra le quali a Verona, ma per parlare solamente di programmi tecnici (interviene il legale, che risponde al giornalista, ndr). Solamente tabelle di allenamento. E’ stato il 1 Maggio del 2010, correvo a Sesto San Giovanni. Nel 2011 dopo il casino che è accaduto a lui, ho mandato una mail dicendo di non voler avere più contatti con lui. Prima di andare in Messico per la coppa del Mondo, ho parlato con lui degli allenamenti”.

La procura di Bolzano e di Padova, le avete sentite? (domanda per l’avvocato, ndr)
Non c’è nulla, siamo fiduciosi. Speriamo che i presupposti siano favorevoli per la sua posizione

Continua l’atleta
“Voglio dire un’ultima cosa. La cosa importante è che io non voglio coprire nessuno, non voglio più tornare a correre, voglio fare una vita normale. Il signor Ferrari non c’entra assolutamente nulla. Non avrei problemi a dirlo. In questo momento è liberarmi di questo peso che io ho dentro. L’ho incontrato a Ferrara, dove poi lui mi ha fatto il programma e basta. Non mi ha più seguito”.

Qual’è stata la cosa che ti ha indotto a fare questo? Cosa non hai più retto?
“Chiedi a mia madre quante volte ho detto di smettere. Ero stufo, non ce la facevo più. Volevo fare un lavoro nel quale non è che posso vedere la mia fidanzata una volta al mese, i miei genitori 2-3 volte l’anno. Non avete idea quanto sacrificio ho fatto per questa gara, va male la gara e sei un grande stupido. Non mi è mai piaciuto essere osannato quando vinci”.

Anche la tua fidanzata fa l’atleta. Regge meglio?
“Ho parlato tante volte con lei. La grande differenza è che lei alla fine ama il suo sport, pattina perchè gli piace. Io il mio sport lo faccio perchè sono bravo. Non ho piacere di allenarmi 35 ore a settimana, sempre la stesssa cosa. Mi veniva la nausea. Vedo meno la mia famiglia/fidanzata ma almeno faccio quello che mi piace. E’ questo il dicorso”.

Sugli sponsor?
“Gli sportivi di durata sono bravi a convincersi che vai sempre avanti. Da giovane ho sempre faticato. A 16 anni facevo la marcia, dove tanti mi prendevano in giro. Dire a 23 anni che mollo, a un’età è comprensibile che smetta. Chi mi ha visto in allenamento tutti i giorni? Solo alla gara, io sono tutta un’altra vita”.

Ci sono state conseguenze. Il presidente del Cio dice di riesaminare le urine di Pechino 2008?
“Spero che tutto venga realizzato, che tutti i miei controlli ematici e del sangue vengono pubblicati e che poi ogni medico che ne capisce e non che ha voglia di dire cose non vere, dirà che non puà essereci nessuna traccia di doping. A Pechino ho vinto con un’emoglobina di 12.9 è un’anemico. Nessuno lo ha scritto. Io nel 2010 i controlli dicono che non ho fatto doping. A questo valore è impossibile. Se succede tutto ciò sono contento”.

Quando eri li, durante l’iniezione cosa hai fatto?
“Nella situazione dove mi trovavo, solo uno che questa situazione può capire. La situazione era disperata, ero disperato. Quando sei a casa aspetti che la fidanzata va ad allenarsi e ti chiudi in bagno. Non è bello”.

Come un’atleta come te, di fama e importanza come te, è andato dal dottor Ferrari?
Ho conosciuto lui perchè ero convinto che lui mi desse una preparazione che avrebbe avuto senso. Tante volte in Italia succede che va un po a caso. Se va bene è merito di tutti, se va male la colpa è dell’atleta. Come allenarsi in modo di essere al top per la gara. Non c’entra il doping. Avevo voglia di fare un anno che avrebbe avuto senso, con tanta fatica che faccio ogni giorno. Perchè Armstrong ha scelto lui? Non è il doping che ti fa forte. Questo è lo sport, non si va più all’Olimpiadi per ubriacarsi. Con chi vado ad allenarmi? Lui è un medico, ma un preparatore. Non voglio parlare male di nessuno. Posso solo dire che la federazione non sa niente. L’unica cosa che ho letto è che il presidente ha detto che mi trovavo a Innsbruck in un centro Biathlon, ma tutto questo è falso”.

Dunque ti sei sentito solo, la federazione non ti ha aiutato?
“io su questo non voglio dire nulla. Scusatemi. Non voglio attaccar nessuno, voglio cambiar pagina. Tanti anni di sacrificio. Per me finisce qua. Per quanto riguarda la federazione bisogna fare solo 1+1, sentire gli altri atleti e basta”.

La condizione di quest’anno era buona?
“io volevo fare a tutti i costi tutte e due le distanze. Sulla 50 sono convinto che senza doping vinco. Fare anche la 20 è una gara molto diversa. Devi essere molto veloce nel finale. Allenando solo la 20, si migliora. Ho fatto il miglior tempo a Lugano, ma alle Olimpiadi non puoi fare così, perchè ti consumi. Devi fare tutte e due. Nella vita si può fare solo quello che si sa fare. Volevo tutto e adesso ho perso tutto”.

Tante persone ti vedevano come modello. Chi ti ascolta cosa ti senti di dire?
“Spero di essere un esempio per loro, di non fare questa cosa. Perchè la vita è tutt’altro. A casa ho quattro medaglie: una olimpica, due mondiali e un europeo. Conta la famiglia e amici che oggi sono qua. Mettere tutto in gioco solo per andare forte in una gara non ha senso. Posso solo dire che chi ha il talento e ce la mette tutta con passione e non con dovere può arrivare dove vuole. A Pechino ho vinto perchè ero sereno. Non fatelo, perchè non ha nessun senso. Viviamo in un paese abbastanza bello. Non siamo morti di fame, o vinci le Olimpiadi o muori di fame, non è così. In altre nazioni non è così, la gente ha meno scelta. I ragazzi lo devono capire. Ho sempre pensato che per me è uno svantaggio, ma devi pensare che è un vantaggio. Tu stai già bene. Ti togli la pressione. Mi dovevo allenare 5 ore al giorno, mangiare 3 ore e dormire 12 ore. Solo se bevevo la birra con l’amico avevo sensi di colpa. I russi e i cinesi fanno così, devono fare così. Io ho la fortuna che non devo fare così”. 

Avrà ripercussioni fuori dalla vita professionale?
“Non sta a me giudicare. Non posso dire come la gente mi deve giudicare. Posso solo dire che ho fatto un grosso errore, cercando di essere il più onesto possibile. L’unica cosa per fermare tutto è la squalifica a vita. Non chiedero nessuno sconto della pena. Io sono un caso estremo, che vince le Olimpiadi, mi sono dopato ho confessato ed è una situazione estrema nel negativo.La gente mi vede quello che sono, quello che faccio. Domani vado a Bologna per ridare la pistola e il tesserino. Ho sempre detto che la mia carriera è anche grazie all’arma. Spero che si vada avanti. 

“So che tutto avrà i suoi tempi, farò tutto perchè non ho niente da nascondere, spero di voltare pagina. Se credi in una cosa si fa bene. Non ho paura di andare a lavorare. Cosa fare ancora non ho deciso. Ho già detto che in Italia non ho fatto nulla, è difficile non essere beccato. Ho letto tante bugie nei giornali. La mia fidanzata mi è stata vicina in questi giorni, gli dispiaceva per me, non me lo meritavo. Voglio ringraziare ancora una volta e scusarmi con tutti i miei sponsor che mi hanno accompagnato. Sono sempre stati al mio fianco”.

A cura di
Michele Spuri