Azzurro Napolitano: “Prandelli in dubbio? Avrei protestato io”. Gran gala a cena con mogli e bambini

RASSEGNA STAMPA – LA GAZZETTA DELLO SPORT – (Alessandro Catapano, Valerio Piccioni) – La Nazionale ricevuta al Quirinale dal Capo dello Stato. Il c.t. ringrazia: “Lei ha creduto in noi fin dall’inizio…”…

(getty images)

 

La comitiva azzurra fa il suo ingresso al Quirinale poco dopo le 19, i giocatori entrano in fila per due, molto composti, con poca voglia di sorridere. Il silenzio è piuttosto pesante, rotto solo dagli scatti ripetuti delle macchine fotografiche. Il primo a rompere il ghiaccio è, neanche a dirlo, Mario Balotelli: indossa delle scarpe da ginnastica sotto l’abito scuro e non ha annodato la cravatta blu. Appena sono tutti seduti e composti in attesa del presidente Napolitano, lui si alza. Panico: nel giorno in cui la signorina Fico ha annunciato al mondo che gli darà un bimbo, circola pure la voce che abbia litigato con Buffon. Perciò, tutti gli obiettivi sono rivolti su Balotelli. E invece deve solo andare in bagno. Al ritorno, è proprio Buffon a scherzare su quel nodo che Cassano ha provato (male). Così la cerimonia può cominciare.

 

L’abbraccio. Riconoscenza, feeling, affetto, intimità. È quello che salta agli occhi durante l’incontro tra il presidente della Repubblica e gli azzurri. Quel velo di tristezza che copre gli occhi dei giocatori non va giù a Napolitano. “Parliamo di amarezza — dice il presidente a tu per tu con Cesare Prandelli —, ma di delusione no! Per quello che avete fatto meritate il riconoscimento mio, delle istituzioni e di milioni di italiani. Avete mostrato professionalità, passione e senso della nazione”. Prandelli annuisce, l’abbraccio degli italiani è un toccasana dopo la batosta di domenica. Lo riceve all’arrivo a Fiumicino, lo sente anche al Quirinale. “Ma — racconta a Napolitano —, l’affetto dei tifosi ci ha accompagnato per tutto l’Europeo. Abbiamo trovato migliaia di persone davanti al nostro albergo ogni volta che siamo tornati da una partita. Siamo all’inizio, abbiamo solo gettato un seme, ma per farlo crescere dobbiamo ripartire subito, crederci”.

I valori. L’Italia diventerà un Paese per giovani? E la rivoluzione partirà proprio dal calcio? Il presidente Napolitano si lascia andare a una considerazione poco protocollare. “Spesso pensando alle difficoltà che hanno accompagnato la partenza della Nazionale per l’Europeo, e poi alla grande cavalcata che in pochi avevano pronosticato, mi sono chiesto: “Ma non sto parlando forse dell’Italia?” Ecco, i discorsi mi sembrano molto simili”. A questo punto Prandelli è inorgoglito. Ringrazia il presidente, per tre motivi. “Per l’invito a prescindere. Perché ci ha sostenuto fin dal primo giorno, tanto che domenica, nello spogliatoio, ci siamo chiesti: “Il presidente ha chiamato?”. E poi perché ha riconosciuto il valore della nostra squadra al di là dei risultati. E voglio ringraziarlo ancora per la lettera”. A questo punto è Napolitano ad annuire. “Quello che vi ho scritto vale dopo Kievdice chiudendo il suo discorso — esattamente come valeva prima di Kiev. E guai se Prandelli non avesse sciolto le riserve sul futuro, avrei protestato”.

I saluti. Applauso della platea. Buffon si vede che è a suo agio al Quirinale, saluta il presidente della Repubblica con un “salve” e con la mano, come se fosse un suo compagno. “È una persona molto intelligente, in giro se ne vedono così poche”. Il capitano presenta tutti gli azzurri, poi scatta la consegna dei doni a Napolitano: la medaglia d’argento del 2° posto da Prandelli, il gagliardetto della Nazionale da Pirlo, un pallone autografato da Balotelli. A quel punto, la comitiva si sposta nella Sala degli Specchi per l’aperitivo. I giocatori si sciolgono, è quasi tempo di saluti. Andrea Barzagli è emozionato.Napolitano mi ha fatto venire la pelle d’oca”. Giorgio Chiellini fa una sintesi completa. “È stato un grande Europeo, ci resta l’amarezza per la sconfitta con la Spagna, ma dobbiamo accettarla. I tifosi hanno capito che abbiamo dato tutto”. Il pensiero finale è della padrona di casa, la signora Clio Napolitano. “Questa è stata soprattutto una squadra”. Tutti d’accordo.

A Parco dei Principi, il gran gala riservato alla squadra protagonista di un grande Europeo.

Forfait di Alena. Forfait di Alena Seredova, la signora Buffon, con i due bambini al seguito: Louis Thomas e David Lee. Non è facile star dietro a loro e così, la bella Seredova è rientrata a Torino. Le altre mogli, casual e in jeans in aereo, tutte accanto ai compagni, si sono godute la serata. Il clan Balo e i genitori di Abate, infaticabili protagonisti dell’Europeo, sono rientrati a casa.

Forfait di Thiago. L’altro forfait è arrivato dall’unico non propriamente italiano dei 23 di Cesare Prandelli: Thiago Motta. Il centrocampista aveva programmato i voli per il Brasile dove raggiunge la famiglia che non vede da un mese e mezzo. E così, a Fiumicino, ha abbracciato i compagni ed è partito in anticipo per le vacanze.

Cena. Al Parco dei Principi la squadra è arrivata intorno alle 20 dopo la visita al Quirinale. Mogli e bambine attendevano eleganti mariti e papà. Novella Benini ha salutato le sue sorelle, presenti a Kiev, ed è corsa a coccolarsi il suo Cesare Prandelli. Oggi i due rientreranno a Firenze. La squadra ha gradito il ricchissimo buffet. La cena era facoltativa, ma tutti, tranne il citato Thiago, hanno voluto partecipare per chiudere nel migliore dei modi la straordinaria avventura in Polonia e Ucraina. La serata è durata un’ora, non di più, proprio per consentire ai calciatori di regolarsi al meglio e godersi le famiglie. Il primo ad andarsene è stato Antonio Cassano, accompagnato dallo staff che gli ha tenuto compagnia per tutto l’Europeo: la moglie Carolina, il piccolo Christopher e la mamma di Carolina. Lo ha seguito Mario Balotelli. Poi via via gli altri. Alcuni hanno già raggiunto le proprie case. Barzagli aveva una ricorrenza speciale: il compleanno della piccola Camilla che alla finale non aveva partecipato, lasciando solo il fratello maggiore. Con pasticcini e champagne cala il sipario sul mese di lavoro di quel che proprio Barzagli ha definito “un vero gruppo”. Solo così si poteva arrivare alla grande fino in fondo.