CONTE «Milan, rassegnati Pronti per la storia». Frecciata a Galliani: «La foto di Muntari? Io ho mia figlia…»

IL CORRIERE DELLO SPORT. (D. Latagliata) Il tecnico aggiunge «Abbiamo guardato subito avanti dopo il Lecce: la classifica dice che siamo sempre in testa noi»

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Su una cosa c’è da essere tutti d’accordo: le punzecchiature tra Galliani-Allegri da un lato e Conte-Marotta dall’altro hanno regalato vitalità alla seconda fase del campionato. Ieri, comunque sia, Antonio Conte ha risposto con un sorriso all’affermazione di Galliani che faceva sapere al mondo di avere salvato sul telefonino la foto del gol-non gol di Muntari: «Io ho solo quella di mia figlia. E sul mio cellulare non desidererei vedere altro: nessun’altra persona se non Vittoria». La Juve che ha lasciato Torino ieri pomeriggio per volare a Trieste è comunque una squadra tranquilla e per nulla nervosa. Così almeno la pensa Conte, pur dopo avere ammesso che «mercoledì notte, dopo quel pareggio con il Lecce, nessuno di noi ha dormito molto se non con l’utilizzo di qualche goccia. L’adrenalina era molto alta, era difficile prendere sonno. Passata la nottata, però, ci siamo sempre ritrovati un punto sopra il Milan. Bisogna guardare avanti, ci siamo detti: e, vista la classifica, è sempre un bel guardare». Per certe vigilie lui ci è già passato più volte da giocatore e sa come si affrontano: «Volete sapere se sto provando sensazioni simili a quando ero un calciatore? Conta soltanto il presente, sempre. Il passato nessuno te lo può portare via, è roba tua e basta. E’ il nostro oggi che è importante, quanto accaduto ieri rimane nei ricordi: l’ultimo successo è sempre il più bello» . Andarselo a prendere, quel successo, è diventato un imperativo vista la stagione e vista la classifica. Con la certezza di avere un gruppo che risponderà alla grande: «I ragazzi sono preparati, pronti e, come si dice, sul pezzo. Sanno bene che stanno vivendo un momento storico e decisivo per entrare negli annali della storia juventina. Per vincere ci vogliono testa, cuore e gambe: siamo pronti» . Occhi negli occhi, anche, per capire la strada migliore da percorrere e la formazione giusta da mandare in campo.