JUVENTUS. CONTE: ” Mancano cinque finali per cercare di coronare questo sogno”

Le parole del tecnico bianconero alla vigilia della sfida contro il Cesena sulla corsa Scudetto…

(getty images)

Antonio Conte ha incontrato la stampa alla vigilia della sfida contro il Cesena. Ecco le principali dichiarazioni del tecnico bianconero:

E’ più dfficile a più uno o a più tre?

Sinceramente io preferisco +3 (ride, ndr). Sappiamo di avere una partita in più, tra virgolette, un bonus in più, cioè, una partita in meno forse, sarebbe più giusto fare questa affermazione. Abbiamo questo bonus di questa partita che siamo riusciti a guadagnare nei confronti della diretta concorrente. Sappiamo che le difficoltà rimangono, da qui fino alla fine. Come ho detto, sono cinque finali da giocare come partite della vita per cercare di coronare questo sogno”.  

Sul rapporto con i calciatori

“Con i miei calciatori c’è sempre un continuo dialogo, perchè sono momenti importanti, ci sono situazioni che si evolvono in fretta. Oggi c’è una celebrazione su tutti i giornali, tutte le testate nazionali oggi celebrano la Juve, giustamente. Giustamente per quello che stiamo facendo. E’ inevitabile che se queste celebrazioni dovessero farci cambiare anche di una virgola quello che abbiamo fatto fin adesso, come ci siamo comportati, cosa ci ha spinto a fare questo campionato straordinario, allora significherebbe non avere capito tanto, significherebbe non essere pronti, significherebbe fare dei passi indietro e tornare indietro. Cosa che non deve accadere, perchè dobbiamo sempre tenere ben impresso in mente quello che ci ha portato a fare fino ad ora una stagione straordinaria. Cosa? L’umiltà, il sacrificio, il lavoro, l’abnegazione, la dedizione, la voglia di aiutarsi uno con l’altro, la voglia di pensare col ‘noi’ e non con l”io’. Tutto questo ci ha portato a fare qualcosa di straordinario. Se le celebrazioni, che sono anticipate, perchè ancora… abbiamo centrato un obiettivo straordinario che è la Champions, però adesso abbiamo a portata di mano il sogno; se queste celebrazioni dovessero farci mutare, me per primo, di una virgola, significa che non siamo pronti, si tornerebbe indietro. Ma questo sono convinto che non accadrà perchè ho calciatori che fin adesso mi hanno sempre stupito in positivo, hanno voglia comunque di fare qualcosa di straordinario, qualcosa di bello. Però bisogna rizzare le antenne perchè siamo davanti, ma abbiamo degli ostacoli da superare che sulla carta possono, tra virgolette,  sembrare facili, ma di facile nel calcio non c’è niente”.

 

Sulla crescita della squadra

“Ma sai, la crescita della squadra è stata una crescita continua, costante, quotidiana, settimanale, mensile. E’ una cosa che io, lo staff, ma anche i calciatori stessi percepivano e avvertivano. Questa crescita, ripeto, è avvenuta attraverso la grande disponibilità di questi ragazzi, dal fatto di aver sposato un’idea di gioco, una voglia di lavorare in maniera tosta, con grande umiltà e con grande sacrificio, per cui c’è stata una crescita costante e questa crescita è testimoniata anche dal fatto che con tutte le grandi noi non abbiamo mai sfigurato, non abbiamo mai perso. E questo è un dato di fatto. Sicuramente c’è stato un momento in cui mi sono sentito di alzare l’asticella, perchè mi sono reso conto che questa era una squadra che aveva preso convinzione, era cresciuta in autostima, in consapevolezza dei propri mezzi e quindi abbiamo alzato l’asticella. Ma non è da tanto che è successo. Quagliarella… Quagliarella è squalificato e dispiace perchè Fabio, come avete visto, è in un ottimo momento di forma, così come tutti gli altri attaccanti. Faremo le necessarie valutazioni e sceglieremo l’attaccante che dovrà giocare domani a Cesena, sapendo di poter contare su gente non affidabile, ma super affidabile”. 

Sulla possibilità di entrare nella storia come squadra imbattuta

“Guarda, i numeri sono importanti, i numeri li leggo anch’io, quindi essere accostati ad allenatori che hanno fatto qualcosa di straordinario come Bernardini, come Capello, come Lippi, sicuramente, deve riempire d’orgoglio tutti noi, perchè non è che il record o i numeri li fa l’allenatore, li fa la squadra e quindi noi dobbiamo essere molto contenti, molto orgogliosi e dobbiamo avere grandi soddisfazioni sotto questo punto di vista. Ti dico la sincera verità, che se questi numeri vengono accompagnati da una vittoria, allora sono numeri che rimangono ancora più nella storia, altrimenti sono numeri che sì, fanno piacere, però, diranno ‘non si è vinto’. E hanno ragione, perchè alla fine conta vincere, conta chi arriva primo. Dico sempre ai ragazzi… io parlo di me e delle miei esperienze…dico ai ragazzi, ‘io ho perso una finale di Coppa del Mondo, una finale di Coppa Europa, ma non si ricorda nessuno che io c’ero contro il Brasile o contro la Francia. Ci si ricorda di chi ha vinto. Alla Juventus ci si ricorda perchè ho vinto cinque scudetti. Sono arrivato anche cinque volte secondo, ma me lo ricordo io, non se lo ricorda nessuno’. Questa è la legge, chi vince, scrive. Chi arriva secondo ha fatto un buon  campionato, ma non ha fatto la storia. E questo per noi dev’essere di uno stimolo feroce per cercare di centrare il traguardo, l’obiettivo, il sogno. Psicologo o tattico: un allenatore deve essere tutto. L’allenatore di oggi dev’essere tutto, deve avere un’idea di gioco, deve avere un proprio metodo, deve avere gestione del gruppo, gestione dei media, gestione rapporti con la società; non è facile, non è facile, perchè non è facile: un allenatore moderno deve essere un mix di tutto, non puoi primeggiare su qualcosa, nel senso che magari puoi essere portato ad avere delle attitudini, ma devi essere completo su tutto, perchè il calcio di adesso, soprattutto, il calcio internazionale, non ti lascia la possibilità di essere ingnorante