GAZZETTA DELLO SPORT. La Serie A finisce a palle di neve Che polemiche su stadi e calendario. E ora spunta la grana weekend Galliani: «Spostate Milan-Napoli» La Juve si oppone

GAZZETTA DELLO SPORT. La Serie A finisce a palle di neve Che polemiche su stadi e calendario. E ora spunta la grana weekend Galliani: «Spostate Milan-Napoli» La Juve si oppone

L’a.d. rossonero: «Domenica previsioni nere» Marotta: «Allora rinviamo l’intera giornata» E la Roma pensa a sabato alle 15 con l’Inter

(Getty images)

 

L’Italia è sommersa dalla neve e il pallone s’è sgonfiato. Quattro partite rinviate in un solo turno di Serie A, non è un record ma poco ci manca. Negli Anni 50 per ben tre volte i fiocchi bianchi fecero saltare cinque gare: 27 gennaio 1952, 19 febbraio 1956 e 10 novembre 1957. Niente, però, in confronto alle polemiche di questi giorni, scatenate dalla miscela stadi vecchi-calendario ingolfato. Polemiche che investono anche gli equilibri di quella che, un po’ troppo pomposamente, viene definita la Confindustria del calcio. Perché ieri mattina succede che Adriano Galliani, il vicepresidente esecutivo del Milan, precorra i tempi di quattro giorni e chieda al presidente della Lega di differire il match con il Napoli, in programma alle 20.45 di domenica a San Siro esercitando i suoi poteri alla luce dell’articolo 31 del regolamento. Cosa significa? Se c’è la richiesta di una o di entrambe le società interessate, Beretta ha la facoltà di spostare una partita.  Il motivo lo spiega il dirigente rossonero nella sua missiva: «Tutti i bollettini meteorologici per i prossimi giorni, e in particolare per il fine settimana, prevedono condizioni climatiche proibitive, quali non se ne vedevano da 27 anni: a Milano, neve e temperature fra gli 8 e i 10 gradi sotto lo zero. In queste condizioni, credo fortemente che giocare sia assai più che inopportuno. Le condizioni davvero estreme che tutte le fonti prevedono, mi inducono pertanto a chiederti di differire la partita predetta a data nella quale sia climaticamente possibile disputare una gara normale». Galliani trova subito la sponda del presidente del Napoli, Aurelio De Laurentiis: «È una presa di posizione condivisibile. Non si può giocare in certe condizioni climatiche». Ma non può sottrarsi al fuoco di fila di chi, dietro la sua richiesta, intravede una convenienza a rinviare la gara di domenica per evitare un tour de force nell’avvicinamento alla supersfida Milan-Juventus di mercoledì prossimo in Coppa Italia, tanto più se i futuri rivali hanno già goduto del vantaggio di saltare l’infrasettimanale. Non a caso, a stretto giro di posta arriva la replica della Juventus, in un duello rusticano che dalla lotta per lo scudetto si sposta nelle stanze della Lega. L’amministratore delegato bianconero Beppe Marotta lancia un’idea che sa di provocazione: «Noi come Juve non vogliamo entrare nella richiesta specifica, crediamo però che a questo punto vada valutata l’intera giornata di campionato, non solo la singola partita. Dunque, la Lega dovrebbe valutare e poi decidere in questo senso: rinviare o no l’intera giornata, non la singola gara. Serve uniformità nelle decisioni, anche per una questione di regolarità del campionato». Insomma, se si decide di differire Milan-Napoli perché lo chiede Galliani, allora spostiamo per intero il 22o turno. In Lega hanno già fatto due conti e, calendario alla mano, ne vien fuori che la prima data libera per rossoneri e azzurri sarebbe addirittura il 9 maggio: entrambe le squadre, infatti, sono in corsa in Champions e non è possibile riprogrammare il match sperando che una delle due venga eliminata prima delle semifinali. L’orientamento, semmai, è di anticipare l’orario di inizio alle 15. Tra l’altro, pare che anche la Roma abbia chiesto di giocare nel pomeriggio la gara casalinga di sabato con l’Inter. Il maltempo, a ogni modo, ha riportato alla ribalta vecchi e inconcludenti dibattiti: dal format dei campionati all’ammodernamento degli stadi. La Juventus, per esempio, approfitta della polemica di giornata per caldeggiare una cura dimagrante della Serie A. Marotta prima dice che «bisognerà mettersi in testa di disegnare meglio i calendari», poi però va al cuore della questione e spiega: «Di più, forse è il caso di prendere atto che è proprio il campionato a 20 squadre a comprimere il calendario». Come dire: meglio un torneo a 18 o addirittura a 16 squadre. «Anche perché — aggiunge l’a.d. bianconero — io credo che per fare uno spettacolo all’altezza, serva il contesto adatto. E oggi non ci sono condizioni adatte, sotto molti punti di vista».