COPPA D’AFRICA. Cercando nuovi leoni: meno stelle più sorprese

COPPA D’AFRICA. Cercando nuovi leoni: meno stelle più sorprese

Repubblica.it si sofferma sulla 28a edizione del torneo che comincerà il 21 gennaio

(getty images)

C’era una volta la Coppa d’Africa che somigliava a un supermercato. Vi si davano appuntamento procuratori, direttori sportivi, talent scout moderni e vecchia maniera, come sottolinea Enrico Sisti su Repubblica.it. Con in mano un taccuino con due o tre nomi scarabocchiati, i più furbi e lungimiranti affaristi del calcio mercato europeo sbarcavano in Africa convinti di tornare a casa con un bottino sostanzioso, sempre pronti a soffiare al collega il prodotto migliore, possibilmente a costo zero, correndo su e giù col carrello della spesa.

Alla vigilia della 28ª edizione che scatterà sabato 21 gennaio con Guinea Equatoriale-Libia e Senegal-Zambia, e che si concluderà con la finale del 12 febbraio, di questo antico splendore e dei lontani misteri del calcio africano da scoprire, sfruttare o colonizzare, rimane assai poco: forse soltanto il dispetto del calendario che costringe decine di squadre europee, soprattutto inglesi e francesi, a rinunciare ai loro africani proprio nel cuore della stagione.

Il quadro delle partecipanti (16) è abbastanza desolante. A casa l’Egitto vincitore delle ultime tre edizioni, il Camerun delle leggende, a casa la Nigeria, il Sudafrica e l’Algeria. Il Senegal, malgrado i buoni Sow del Lille e Demba Ba del Newcastle in attacco, non è più quello che nel 2002 sconfiggeva la Francia. Il Marocco, a parte Chamakh dell’Arsenal, Benatia dell’Udinese e Kharja della Fiorentina, si presume sia più fumo che arrosto e non è detto che Eric Gerets in panchina rappresenti a tutti i costi una garanzia. Oltre ai due marocchini, altri quattro “italiani” nel torneo: Asamoah e Badu dell’Udinese, Muntari dell’Inter e Alhassian del Genoa.

Gli organizzatori tremano all’idea degli stadi vuoti: più di quanto non lo siano stati due anni fa in Angola. Nonostante i prezzi popolari solo il 28% dei tagliandi è stato venduto. C’è il sospetto che si debba procedere alla convocazione porta a porta. In Egitto Mubarak mandava i militari a riempire i buchi sulle tribune.