CORRIERE DELLO SPORT. Il PM Di Martino: «Sulla Serie A non è venuto tutto fuori, ci saranno nuovi indagati»

CORRIERE DELLO SPORT. Il PM Di Martino: «Sulla Serie A non è venuto tutto fuori, ci saranno nuovi indagati»

Il pubblico ministero che segue il caso dello scandalo scommesse parla alla redazione de Il Corriere dello Sport

(getty images)

Roberto Di Martino, il pubblico ministero che sta conducendo l’inchiesta sul calcio scommesse, risponde alle domande della redazione de Il Corriere dello Sport. Dopo settimane di duro lavoro, una mattinata senza interrogatori da condurre o accertamenti da portare a termine lo ha ricaricato. Non può entrare nei dettagli («I nomi fatti da Gervasoni? Sono tanti, non li ricordo neppure…» dribbla con astuzia), ma racconta «l’omertà» rilevata tra gli imputati nel parlare delle partite di A coinvolte, anticipa l’iscrizione di nuovi calciatori nel registro degli indagati e fa capire che entro un anno la fase istruttoria potrebbe essere chiusa.

I primi sei mesi dell’inchiesta che sta conducendo cosa le hanno lasciato:  «L’esito dell’inchiesta è stato positivo: sono state accertate tante cose e tante altre verranno accertate. E poi c’è il discorso sulla Serie A… Ogni volta che viene sfiorata, avverto sia una maggiore omertà dei calciatori sia una levata di scudi da parte di tutti. C’è disagio e la A sembra innominabile. Mi lascia perplesso che della B e della Lega Pro si possa dire di tutto, mentre della A…».

A giugno quando illustrò la sua «sensazione» che il giro delle scommesse si sarebbe allargato alla Serie A fu molto criticato. «In quell’occasione ammetto di aver sbagliato la scelta della frase e quando parlai di sensazione mi saltarono tutti addosso. In realtà volevo solo essere… prudente. Adesso ci troviamo di fronte a 7, 8, 10 partite di Serie A che rimarranno almeno con interrogativi pesantissimi. Alcune le ha indicate Gervasoni, altre i “collaboratori” in Finlandia e in Germania, altre gli zingari…E’ impossibile pensare che tutti parlino a vanvera».  Prevede ulteriori sviluppi sulla Serie A? «Penso che qualcosa debba ancora venir fuori. Penso e spero… Questa non è un’inchiesta in cui dici “se viene fuori tutto, mettiamo tutti in galera”. Sarebbe bello chiarire ogni aspetto e ripartire da zero, con un calcio pulito».

Ci saranno nuovi indagati delle prossime settimane?  «Senz’altro. Gli indagati ci sono già, ma non ho avuto il tempo materiale di procedere alla loro iscrizione. Ci sono persone seriamente coinvolte, soprattutto quelle indicate per una pluralità di partite, non una sola. Il problema è che a febbraio dovrò occuparmi della strage di Piazza della Loggia e per me non sarà facile trovare il tempo per fare tutto» E’ giusto considerare Gervasoni il grande pentito?  «Secondo me Gervasoni ha detto la metà di quello che poteva dire. Ha assunto un atteggiamento di collaborazione, ma di Doni ha parlato solo quando gli è stato comunicato che l’atalantino aveva parlato di lui».