CORRIERE DELLO SPORT. Sartor si difende: «Io vittima»

(Getty images)

 

Se Gervasoni va all’attacco, vuota il sacco e fa i nomi di molti giocatori che sarebbero coinvolti, Luigi Sartor, colui che gli investigatori ritengono il contabile, il tramite tra il clan bolognese e Singapore, gioca in difesa. Atteggiamenti diversi in interrogatori, davanti al pm Di Martino, che hanno avuto la stessa lunghezza: 6 ore. Sartor, che ha ottenuto il parere favorevole del pubblico ministero alla piena libertà (e non ai domiciliari come per esempio Zamperini; entrambi dovrebbero uscire oggi), ha spiegato di non aver truccato le partite e ha ammesso che è stato lui a presentare gli uomini di Singapore a Signori perché gli orientali volevano acquistare una società italiana di serie B o di Lega Pro. Secondo la sua versione, Sartor avrebbe fatto da intermediario, si sarebbe prodigato in contatti telefonici con alcuni proprietari di società fino a individuare nel Modena il club da acquistare.

L’ex Roma, Parma e Inter non ha negato di conoscere Signori, ma ha portato avanti un interrogatorio giudicato dagli inquirenti «in chiave difensiva» , ma «comunque utile per il proseguimento degli indagini» visto che Sartor ha confermato i suoi viaggi a Singapore e quelli degli uomini di “Dan” in Italia, con tanto di incontro a Bologna con Signori, nel febbraio 2011. La differenza sostanziale, non certo di poco conto, è relativa alla natura dei contatti: “Gigi” li considera leciti e relativi alle trattative per l’acquisto di una società, gli investigatori li collegano al calcio scommesse. Sartor ha dunque respinto qualsiasi tipo di addebito illecito senza però convincere del tutto gli inquirenti. Anzi, le perplessità nel Palazzo di Giustizia della città sul Po esistono, ma l’interrogatorio di ieri è comunque giudicato positivamente.