GAZZETTA DELLO SPORT. Ancelotti porta il Milan a Parigi

(Getty images)

 

Cinque ore e mezza di trattativa non sono state sufficienti. Per il momento è un nulla di fatto: Carlo Ancelotti continua a essere un allenatore a libro paga del Chelsea. L’incontro di ieri col Paris Saint Germain di Leonardo ha prodotto una fumata grigia: niente firma sul lussuoso contratto allestito dagli sceicchi del Qatar. Motivo dell’intoppo: disaccordi legati allo staff. Relativi probabilmente al suo vice e al numero di uomini di fiducia che Ancelotti vorrebbe portare a Parigi. L’ex tecnico milanista crede molto nel lavoro di staff, che esige di assoluta fiducia e di una certa ampiezza, stile Ferguson. Da qui le divergenze.

Desideri e fantasie Se così sarà, Carletto inizierà a dar vita a un progetto ambizioso in cui gli sceicchi del Qatar credono molto e hanno investito altrettanto. Un progetto dal sapore speciale e dal marcato profumo «di casa». Casa Milanello. Nell’idea di Ancelotti il Psg sarà a forti tinte rossonere. A cominciare da lui e da Leonardo, chiaramente. Ma anche in campo. A disposizione ci saranno Pastore, che Carletto (oltre a Galliani) ha sempre riempito di elogi, e Beckham, allenato da Ancelotti in occasione del suo primo prestito dal Galaxy. E poi ci sono i sogni. Il primo porta a Kakà, emblema del Milan targato Ancelotti, mentre il più recente riguarda il dissidente Pato. A Parigi le recenti dichiarazioni del Papero eccitano animi e fantasie: ieri «L’Equipe» titolava, con una foto-lenzuolo di Pato, «Parigi cambia era». E poi: «Ancelotti firma col Psg e ha già contattato il Milan per avere Pato» (notizia che continua a non trovare riscontri nel club di via Turati). E ancora: l’agente del giocatore Gilmar Veloz avrebbe già incontrato i vertici del Psg (vero, ma Veloz ha anche smentito di aver parlato di Pato).