CALCIOPOLI. Moggi: “Io come Tortora, chi lo condannò ora prega sulla sua tomba”

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MOGGI AL CONTROATTACCO – Luciano Moggi non accetta la sentenza su Calciopoli e sulle colonne del quotidiano ‘Libero’ dice la sua: “La mia condanna significa la sconfitta della Juve nella rincorsa agli scudetti 28 e 29. Scindere la Juve da me mi sembra una cosa impossibile: ero dg e lavoravo a stretto contatto con l’ad Antonio Giraudo. Giraudo era la Juve, lui aveva detto che non si poteva spendere una lira senza la sua firma. Consiglio maggior tatto. Ci sono imputati ora assolti come il giornalista Scardina che hano attraversato momenti davvero difficili. Nopn si scherza con le vite degli altri. Ricordate Enzo Tortora? Magari quelli che lo condannarono, in segreto andreanno a pregare sulla sua tomba. Non sono colpevole e farò di tutto per dimostrare la mia innocenza”.