GAZZETTA DELLO SPORT. Ilievski-bis Su Lazio-Genoa il latitante accusa Sculli

GAZZETTA DELLO SPORT. Ilievski-bis Su Lazio-Genoa il latitante accusa Sculli

Il latitante accusa il calciatore del Genoa per la presunta combine dell’incontro

(getty images)

 

«Volete sapere chi è il regista del tarocco su Lazio-Genoa? Sculli. Lui con i suoi amici di Genova. Mauri? Era sotto ricatto di Gervasoni. Dopo il casino della scorsa estate, con i primi arresti, mi chiama: “Se il capitano della Lazio non mi dà un milione di euro vado dai magistrati e racconto tutto”. Capito? Non è stato Mauri a fare quella partita, ma Sculli. Di me potete fidarvi. In fondo io le compravo le informazioni…». Hristiyan Ilievski atto secondo. Il latitante numero uno o due: c’è anche Almir Gegic, ritorna a parlare dal suo rifugio in Macedonia. E lo fa entrando nei particolari della «madre» di tutte le combine in A.  Su quel 4-2 dell’Olimpico i giochi sarebbero stati studiati alla perfezione, ma non da Mauri «non c’entra» come pensano gli inquirenti, ma da un laziale come Sculli ex del Genoa, dove è ritornato a gennaio. «Sì, sono andato a Formello con Zamperini per incontrare i giocatori, ma non è servito. La partita era stata già fatta da Sculli. E nei minimi particolari: pari 1-1 nel primo tempo e poi gara vera anche se alla fine il Genoa doveva lasciare i 3 punti. Bella informazione: ho vinto tanti soldi. Come tantissimi nel Lazio: l’informazione era stata girata ad arte…». Il racconto di Ilievski e le accuse vanno ovviamente dimostrate ed è un compito che spetterà agli inquirenti. Sulla partita alcune cose tornano. Intanto le scommesse anomale sul pari dopo 45′ e l’over finale. E in tempi non sospetti il bookmaker Sky365 che ha collaborato con la procura segnalò proprio uno strano fenomeno: quasi tutte le puntate sospette erano nel Lazio. Un altro particolare: i sonori fischi dell’Olimpico dopo l’1-1 di una gara quasi «non giocata». Ilievski spiega: «Ho fatto tanti soldi in Italia comprando informazioni dai calciatori. Quelli davvero dentro il sistema sono una trentina: il 10% gioca in A. Vendono gli accordi a chi paga meglio: noi, la mafia siciliana, quella albanese, a Beppe Signori, che è uno dei capi, agli ungheresi. A tutti, insomma. E spesso sono gli stessi club a mettersi d’accordo. Alla fine dello scorsa stagione c’erano squadre da noi considerate “affidabili”: Samp, Cagliari, Bari, Lecce, Siena. Abbiamo fatto i soldi. Anche con Lazio-Genoa. Oppure con Brescia-Lecce e AlbinoLeffe-Piacenza. Palermo-Bari? No, quando in albergo ho visto Masiello e la faccia di Bentivoglio ho capito subito che ci volevano fregare. E ho avvertito Dan considerato il boss dei boss per il calcioscommesse, ndr a Singapore. Non mi sbagliavo…».