Milan, Honda: “Questa squadra ha bisogno di Mihajlovic”

Keisuke Honda, centrocampista del Milan
Keisuke Honda, centrocampista del Milan (getty images)

NOTIZIE MILAN – Protagonista di una lunga intervista questa mattina sulle pagine de “La Gazzetta dello Sport”, Keisuke Honda si è detto fiducioso in vista della partita contro la Juventus di domani sera: “Tutto è possibile. Anche battere la Juve. Di sicuro è difficilissimo. Per riuscirci dobbiamo credere in noi stessi. La Juve è più forte di noi, ma il Milan ha giocato bene contro Napoli, Roma e Inter. La principale qualità della Juve è la difesa. La Juve è la classica squadra italiana. Io preferisco come gioca il Napoli: quello è il mio stile. Chi è il miglior giocatore della Juve? Eh… Sono tanti. Ma ricordate che il calcio si gioca in undici: vince la squadra, non il singolo. Come si battono i bianconeri? La Juve è forte, lo sappiamo: è la numero uno in Italia. Ma vogliamo batterla giocando bene. Dovremo stare compatti e chiudere gli spazi cercando di andare all’intervallo sullo 0-0. Poi chissà… Il calcio è bello perché spesso accadono cose diverse da quelle che ti aspetti. Ci sono differenti strade per vincere, noi dovremo essere pronti ad adattarci allo sviluppo della gara. Sconfitta domani e vittoria nella finale di Coppa Italia? Sì. Se devo scegliere non ho dubbi. Ma mi piacerebbe vincere entrambe le partite con la Juve”.

Il giapponese, poi, ha parlato anche della crisi del Milan e ha indicato una via d’uscita: “Ci sono sempre molte soluzioni per ogni problema, ma è complicato scegliere quella migliore. Adesso dobbiamo trovare la chiave per fare un salto in avanti. Ritiro? Noi avremmo preferito andare a casa. Però qui abbiamo tanto tempo per stare insieme, parlarci, allenarci. Non bisogna confondere questo Milan con quello che vinceva tutto. Quando arrivai qui, mi accorsi che non si trattava dello stesso Milan di cui mi ero innamorato in tv. Noi stiamo provando a tornare su quei livelli, ma è una strada lunga. Davanti alla tv io ammiravo non solo le qualità tecniche ma soprattutto quelle caratteriali: il singolo aveva un’identità all’interno del gruppo. A livello tecnico io non sono paragonabile a quei campioni e quindi devo essere ancora più professionale di loro. E’ questa la mentalità che il club dovrebbe trasmettere. E noi giocatori dobbiamo essere capaci di stare insieme e costruire il nuovo Milan”.

Infine una considerazione su Sinisa Mihajlovic e gli altri allenatori avuti: “Devo ringraziare tutti. E’ stato bello conoscerli, soprattutto Seedorf e Inzaghi che per me erano superstar. Mihajlovic? È molto attento e onesto. Trasmette fiducia, dà coraggio. La squadra ha bisogno di lui e lui farà crescere la squadra”.