Roma, Ilary Blasi attacca Spalletti e Pallotta

(getty images) SN.eu
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NOTIZIE ROMA CASO TOTTI-SPALLETTI – E’ scoppiata una ‘bomba ad orologeria’ a Trigoria. Possiamo sintetizzarla così l’intervista rilasciata da Ilary Blasi alla ‘Gazzetta dello Sport’. La moglie di Francesco Totti critica anche la persona di Luciano Spalletti e quella del presidente giallorosso James Pallotta. Ecco uno stralcio delle sue dichiarazioni:

Secondo lei, perché l’allenatore a volte non è stato tenero nelle dichiarazioni con Francesco?
Le scelte calcistiche sono opinabili ma non si discutono, di quello non mi impiccio, però forse avrei qualcosa da ridire a livello umano, sulla persona. Nell’intervista alla Rai, che fece tanto scalpore, si capiva che Francesco chiedeva solo rispetto, ed era giusto. In quel momento non glielo stavano dando. Francesco non è uno polemico, lui parla quando tocca la palla. A casa, ad esempio, non “porta” niente, ma da febbraio a maggio la cosa era talmente grossa… Era un momento delicato, non si fa così. Non ha mai chiesto di giocare, si è sempre messo seduto con umiltà ad aspettare. Non critico la scelta tecnica, critico il comportamento umano, e Spalletti è stato un uomo piccolo. Punto. È la verità. Lui a parole ha detto anche delle cose stupende, ma a parole. Invece lo subisce. In un momento così difficile nella vita di un ragazzo che sta attraversando un passaggio importante, c’è modo e modo per comportarsi. È giusto proiettarsi nel futuro e provare a far grandi cose anche senza di lui, ma mi sembra che alla Roma rimanga ancora difficile… Io glielo auguro. Certo che si poteva essere più delicati e Spalletti sicuramente non lo è stato, non l’ha saputo guidare in un percorso umano. Io le persone le giudico anche da questo. Quindi voto basso, molto basso.

Onestamente, anche Pallotta non fu tenero quando disse: ‘Il corpo non fa più quello che gli dice la mente’
Famme sta’ zitta, se no succede un casino… Mi verrebbe da dirgli: “Però anche la mente deve ragiona’ prima de parla’…”. Con i Sensi aveva un altro tipo di rapporto, era un figlioccio, ma quella era una conduzione più familiare, mentre questa più imprenditoriale.

Vede pronto Francesco a giocare fino al 2018?
«È una cosa che deve sentire lui. Se non fosse più a proprio agio, sarebbe il primo a deporre l’ascia di guerra. È intelligente. Anno più anno meno, ci siamo»