Olimpiadi 2024. Malagò: “Si può vincere. Il grande nemico siamo noi”

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NOTIZIE OLIMPIADI 2024 – Il numero uno dello sport italiano, Giovanni Malagò, ha parlato della candidatura di Roma per le Olimpiadi del 2024. Ecco le sue dichiarazioni in occasione dell’incontro al Foro Italico, organizzato da Unindustria ‘I Grandi Eventi come attrattori di turismo a Roma’:

“Penso che Roma abbia qualcosa in più e se la può giocare. È una partita che possiamo vincere. Il più grande nemico siamo noi stessi, visto che abbiamo in casa chi rema contro. Prima di cominciare ho chiesto di fare incontro con presidenti delle associazioni ambientaliste italiane, non vorrei costruire un dossier senza la loro condivisione. Dobbiamo recuperare le ferite del passato nel territorio del passato e poi fare il minimo indispensabile di quello che ci può portare a essere competitivi per la vittoria finale. Ciò non vuol dire che abbiamo meno appeal. È l’unica strada che ci porterà a giocare al meglio le carte che abbiamo: bellezza, storia, arte e cultura della città, ma è una partita che da soli non possiamo giocare. Una partita grossa sarà sotto il profilo della mobilità e della logistica. Scandali su costruzioni? Prima ancora che Matteo Renzi annunciasse la candidatura – conclude il presidente del Coni -, io avevo incontrato il dottor Cantone (a capo dell’Anticorruzione, ndr) e gli ho domandato cosa si deve fare e mi ha preparato un vademecum che sarà agli atti e dovrà essere rispettato”.

Il numero uno del Comitato Olimpico Nazionale Italiano è poi intervenuto sui fatti accaduti ieri a Torino: “Dal giorno in cui sono stato eletto ho sempre sostenuto che bisogna adottare rimedi e sanzioni fuori dall’ordinario. Negli ultimi tempi il giudice sportivo ha dato una serie di sanzioni molto forti, non so cosa altro si possa fare. Da diversi mesi i problemi erano fuori dallo stadio, ora siamo ritornati ad avere problemi all’interno e le sanzioni del giudice sportivo non sono sufficienti a fare cambiare l’atteggiamento di alcuni signori”.

Risoluzione problemi?
Servirebbero impianti di nuova generazione per un’identificazione immediata e un giudice che sappia processare per direttissima questi responsabili. Oggi gli esperti mi dicono però che con questo sistema di telecamere è facile identificare le persone che non vogliono solo due cose: non vedere più la partita e rischiare di andare in galera. Se per una bomba carta il codice di procedura penale dice tre mesi di sentenza chi lo fa col calcio deve aggiungere un tanto in più per spiegare che serve un rimedio straordinario. Questa è la mia ricetta, le altre non sono servite a niente.