OLIMPIADI 2020. Turchia: “Giochi impensabili senza lotta”. Proteste anche in Giappone

La decisione del Cio ha suscitato scalpore in Turchia e in Giappone…

(Getty Images)
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OLIMPIADI 2020 – La decisione di ieri della commissione esecutiva del Comitato olimpico internazionale, di escludere dai Giochi del 2020 la lotta, sta portando molte critiche da tutto il mondo. Soprattutto da paesi come la Turchia e il Giappone, che fanno della lotta, una vera e propria tradizione. Ecco le ultime parole del presidente della federazione lotta turca Hamza Yerlikaya: «Siamo la più seria candidatura. Organizzare i Giochi a Istanbul senza la lotta è impensabile».«Trovo ingiusto – spiega in un comunicato – il semplice fatto che che si possa parlare di una tale cosa. Noi non lo permetteremo mai». Ha parlato anche Yerlikaya, il due volte campione olimpico, tre volte campione del mondo e otto volte campione europeo di greco-romana: «Lavoreremo affinchè questo errore e questa idea siano abbandonate». 

GIAPPONE –  Come detto, la decisione del Cio ha suscitato sdegno anche nel Giappone, altra nazione di grandi tradizioni nella lotta (i giapponesi hanno vinto quattro ori nelle Olimpiadi di Londra). Queste le parole ha detto di Saori Yoshida, campione incontrastato della categoria -55 kg, nove volte campione del mondo: due volte campione olimpico,  «Sono talmente devastato che non so più che fare». Non potevano mancare anche le dichiarazioni del presidente della federazione di lotta giapponese: «Sono profondamente shoccato». Insomma si prospetta una dura sessione plenaria a Buenos Aires a settembre, dove dovrà essere ufficializzata la decisione.