INTER. Cassano-Ranocchia-Milito: Chievo k.o. Il terzo posto è a un punto

LA GAZZETTA DELLO SPORT – Fantantonio dà spettacolo per un tempo: segna e fa segnare gli altri. I nerazzurri dominano e divertono, la squadra sembra rivitalizzata…

(Getty Images)

RASSEGNA STAMPA – (N. Cecere) – Sospinta da Cassano, l’Inter torna a cospargersi del profumo di Champions: il terzo posto è a un passo. Fantantonio ha vissuto un primo tempo di rara ispirazione, nel quale prima è andato a segno lui e poi ha messo in condizione agevole di sparo diversi compagni. Persino gregari come Ranocchia (gol) e Gargano. Uno spettacolo. Vittoria strameritata, questa dell’Inter priva di Guarin e dell’attesa stellina Kovacic (un problema alla caviglia) persino avara nel punteggio: abbiamo contato otto occasioni nitide davanti a Puggioni. Squadra rivitalizzata nello spirito, nei muscoli, soprattutto nella voglia di non sciupare l’opportunità di accorciare le distanze dal vertice creata dal pareggio fra Lazio e Napoli. Stramaccioni, recuperando Milito, l’ha schierata con un 4-3-3 classico. Il Chievo ha ottenuto dei frutti da questo accorgimento soltanto nei venti minuti iniziali, quando dovendo reagire al precoce vantaggio interista (invenzione di Cassano agevolata da una dormita del portiere) prima Acerbi e poi Rigoni si sono presentati nel cuore della retroguardia nerazzurra per colpire indisturbati di testa. E nella seconda occasione è arrivato il gol del pareggio (1-1). Ma l’Inter ha saputo scacciare immediatamente dalla mente i cattivi pensieri tornando in vantaggio con Ranocchia. Da quel momento ha giocato proprio bene. Dominando. Soltanto alcuni strepitosi interventi di Puggioni, specie su Palacio e Nagatomo, hanno impedito che la sfida si trasferisse sul campo da tennis. Mentre Handanovic, preso il gol di Rigoni nella sua area di porta anche a causa di improvviso congelamento dei vari Gargano, Ranocchia e Juan Jesus, stazionanti in loco, non ha più avuto grattacapi. San Siro aveva voglia di riabbracciare i propri beniamini e di vivere una serata così festosa. La squadra ha saputo divertire un pubblico da lodare per l’appoggio generale e il tributo di affetto a Stankovic e da censurare per alcuni cori beceri indirizzati a Balotelli (vabbè che il derby è alle porte, però si è esagerato nei modi) e uno striscione polemico di difficile decifrazione. Fra le annotazioni positive c’è il ritorno al gol di Milito. Alla prima palla utile (un rasoterra intelligente di Cambiasso), il Principe ha saputo colpire inesorabilmente: botta di destro e partita in cassaforte. Qui Stramaccioni ha pensato ai cambi, ma la squadra ha continuato a spingere sfruttando la velocità di Nagatomo e la voglia che aveva Palacio di lasciare il segno. Questa coppia di assaltatori è giunta per due volte (a testa) davanti a Puggioni trovando però un portiere desideroso di farsi perdonare la papera iniziale, quel quasi autogol sul diagonale da posizione angolatissima di Cassano. Beh, Puggioni fra uscite e colpi di reni ha tolto quattro pallette dalla sua porta. E’ importante adesso che Stramaccioni garantisca identità alla sua creatura, al di là degli accorgimenti e di quei cambiamenti tattici che un allenatore può sempre adottare nel corso di una partita.