SERIE A. ROMA-FIORENTINA. Appuntamento col passato

IL TEMPO – All’Olimpico anticipo di lusso tra la Roma del presente e la Fiorentina degli ex guidata da Montella. Una sfida dal sapore amarcord che può essere determinante anche in chiave Champions League…

(getty images)

RASSEGNA STAMPA – (G. Giubilo) – Senza rancore. Come una parola d’ordine in questo incrocio di destini, di ricordi, di nostalgie, di amicizie tradite e di amicizie consolidate, di episodi e cammini diversi, di protagonisti storici e di eroi occasionali. Tutto questo racchiude l’anticipo della tre giorni di campionato nella quale, per una volta tanto, non sono soltanto i risvolti sentimentali o le annose rivalità a determinare lo spessore della sfida. C’è di mezzo una classifica da onorare, per la Roma e soprattutto per la Fiorentina, ci sono le comuni ambizioni, tutt’altro che modeste, a regalare visibilità alla sfida dell’Olimpico. Vincenzino Montella rischierà di sbagliare panchina, quando uscirà dal tunnel per camminare sul tartan dell’impianto romano. Proprio lì aveva intrapreso la sua nuova avventura da allenatore, lui che faceva a pezzi le difese avversarie e avrebbe dovuto adattarsi a studiare per illanguidire le propensioni offensive degli avversari di turno, in quel finale di campionato che non gli avrebbe procurato la conferma, un’occasione da cogliere, la panchina del Catania, subito la conferma in Serie A dopo la partenza dai bambini piccoli in giallorosso. Non sarà il solo, il tecnico che attualmente difende un prestigioso quarto posto in classifica, del quale pochi lo avrebbero accreditato in avvio di stagione. Purtroppo non ci sarà il ‘Pek’, Pizarro, tornato in Cile per la scomparsa della sorella, lui avrebbe tenuto tantissimo a questa rivincita, perché l’addio alla Roma non era stato segnato da abbracci affettuosi e da auguri sinceri. E poi un altro ritorno, forse il più sentito, perché a Roma Aquilani è nato e cresciuto, dalle giovanili alla maglia da titolare. L’occasione offertagli dal vecchio amico Montella, il rilancio con la maglia viola, la scoperta di ambizioni quasi da sogno. Infine Toni, un amore troppo breve con i colori giallorossi, contributo apprezzabile, addio senza traumi.