Champions League, per la Russia non cambia nulla: la decisione Uefa

Champions League, in questa settimana sono in programma le gare di ritorno degli ottavi di finale ma c’è un’anomalia dopo il cambio sede della finale

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Uefa (foto Ansa)

Una decisione della Uefa che fa discutere e che per alcuni versi è anche contradditoria ma che comunque rispetta gli accordi precedentemente presi. Nonostante le squadre della federaziome russa siano state escluse ed è stato cancellato il mega contratto di sponsorizzazione di circa 40 milioni di euro con Gazprom, l’azienda statale di energia, la Uefa continuerà a mantenere gli accordi televisivi e le gare saranno ancora trasmesse in diretta anche in Russia.

Il governo del calcio europeo non stacca il segnale e le restanti gare si potranno seguiere da un canale televisivo statale creato con un decreto di Putin.

Quindi sanzioni da un lato, rispetto dei contratti dall’altro: una situazione ambigua considerando, ad esempio, che la Premier ha sospeso il contratto per i diritti tv del campionato nel paese.

Un dettaglio che non sfugge  è che tra le partite che saranno trasmesse c’è anche quella del Chelsea del proprietario russo Roman Abramovich, uno dei ricchi sanzionati dal governo di Londra.

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Champions League, la contraddizione della Uefa: partite sul canale dell’ex sponsor

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Gazprom (foto Ansa)

In Rusia le partite di Champions League, Europa League ed Europa Conference League sono trasmesse da Match TV, emittente di proprietà di Gazprom Media, un gruppo controllato dalla grande società di gas con la quale non c’è più il contratto di sponsorizzazione. L’emittente, dopo la nascita per volere di Putin, si è aggiundicata i diritti della Uefa dal 2021 al 2024.

Tra le prime decisioni volte a colpire la Russia subito dopo l’invasione dell’Ucraina, la Uefa aveva spostato la finale di Champions League. La grande manifestazione dell’anno era infatti in programma a San Pietroburgo e ora sarà invece ospitata da Parigi.

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Una strategia dunque quella della Uefa che lascia più di qualche dubbio poiché usa la politica del bastone e della carota. Anche sul web è partita la discussione. C’è chi fa notare che il palazzo del calcio continentale deve per forza proseguire con le trasmissioni perché ci sono diritti firmati ma allo stesso momento, con “l’azienda madre”, c’era anche il contratto di sponsorizzazione.