Orticaria acquagenica, cos’è “l’allergia” all’acqua

Pensare di essere allergici all’acqua sembra assurdo, eppure chi è affetto dall’orticaria acquagenica vive proprio in questa condizione.

Allergia acqua
Chi soffre di orticaria acquagenica non può entrare in contatto con l’acqua, ma allora come fa a sopravvivere? (Sportnews.eu)

L’acqua è vita (letteralmente) e ogni giorno ne abbiamo bisogno per svolgere numerose funzioni vitali, prima tra tutte idratarci. Non è un segreto, infatti, che si debba bere molto per mantenersi in salute: ad esempio al fine di eliminare le tossine dal nostro organismo, oppure di integrare alcuni minerali di cui possiamo avere carenza con tipologie di acqua particolari.

L’acqua è inoltre fondamentale per l’igiene, tanto che quotidianamente vi facciamo ricorso per lavarci. E se invece fossimo allergici all’acqua, come potremmo sopravvivere? Sembra una domanda assurda, eppure chi è affetto da orticaria acquagenica vive costantemente sotto il peso di questo quesito e della propria allergia all’acqua.

Orticaria acquagenica: la rarissima forma di allergia all’acqua

Orticaria acquagenica
Quello di Tessa Hansen-Smith è uno dei pochissimi casi documentati di allergia all’acqua (Sportnews.eu)

L’orticaria acquagenica è infatti una rara forma di orticaria che interessa le aree della cute che entrano in contatto con l’acqua. Non solo sotto forma di acqua da bere, ma ad esempio anche di pioggia, sudore o lacrime e indipendentemente dalla sua temperatura. Si tratta di un disturbo così raro da essere stato documentato nella letteratura scientifica in meno di 100 persone in tutto il mondo a partire dal ’64, anno in cui fu osservato per la prima volta.

Chi ne è affetto può sviluppare arrossamenti cutanei e forti pruriti dopo 20 – 30 minuti dal contatto con l’acqua, che durano anche per diverse ore. Ma come si può sopravvivere? L’orticaria acquagenica, come accennato, coinvolge soprattutto la cute. Ne deriva che ingerire acqua, se non per la fase relativa al contatto con le labbra, non ha conseguenze negative sull’organismo.

Solo quando l’acqua entra in contatto con la cute, infatti, si innesca una risposta immunologica che provoca vasodilatazione e rilascia istamina. Per tale ragione chi è affetto da questa rara forma di orticaria deve seguire terapie antistaminiche, che risultano fondamentali affinché il soggetto possa entrare in contatto diretto con l’acqua per lavarsi, all’incirca una volta a settimana e in un arco di tempo il più breve possibile.

Il caso di Tessa Hansen-Smith

In questo senso è emblematico il caso di Tessa Hansen-Smith, venticinquenne californiana che ha dovuto escogitare numerosi piani per poter sopperire al suo bisogno di acqua. Tessa, ad esempio, beve latte invece che acqua, poiché le proteine, i grassi e gli zuccheri in esso contenuti aiutano a mitigarne gli effetti.

Inoltre ha numerose difficoltà nella vita quotidiana, sia da un punto di vista pratico che psicologico. Tale patologia è infatti una condizione cronica che può addirittura peggiorare con il passare del tempo, che rende difficile svolgere azioni apparentemente innocue come andare al mare o in piscina e vivere serenamente la propria quotidianità.