Predisposizione alla felicità, c’è un test genetico per saperlo: dettagli sorprendenti

E se la nostra felicità fosse una questione di predisposizione genetica? Un nuovo test genetico può darci la risposta che cercavamo.

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Donna felice (Foto da Unsplash) – Sportnews.eu

La ricerca della felicità accomuna gli esseri umani da tempo immemore, ma cosa indica veramente il termine felicità? Per alcuni viene descritta come una sensazione di appagamento e serenità che dipende dalle soddisfazioni personali, dalle relazioni che intessiamo con gli altri, dal raggiungimento di successi professionali e personali. La felicità può derivare infatti da numerosi fattori, non ultimo vivere una vita all’insegna del benessere psico-fisico. A livello biologico, invece, la felicità è lo stato d’animo prodotto da ormoni quali serotonina, comunemente noto appunto come l’ormone della felicità, e dopamina, responsabile delle sensazioni di appagamento e gratificazione.

Test genetico della felicità: alcuni soggetti vi sono più predisposti

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Test genetici in laboratorio (Foto da Unsplash) – Sportnews.eu

Ma se la felicità è anche una questione ormonale, allora può dipendere dalla genetica? Secondo uno studio del London Medical Laboratory la risposta è sì. Studiando le variazioni del gene CNR1 e di due geni che svolgono un ruolo fondamentale nella produzione di serotonina e dopamina, infatti, gli scienziati hanno riscontrato una maggiore predisposizione alla felicità e alle emozioni positive nei soggetti che, sottoponendosi a un test genetico, hanno presentato tali variazioni.

In particolare, come ha affermato il dottor Avinash Hari Narayanan, responsabile clinico del laboratorio, “le variazioni di questo gene sono particolarmente associate a due dei cinque elementi costitutivi fondamentali del DNA, la timina e la citosina, e una recente ricerca della Public Library of Science ha rilevato delle differenze tra i portatori di allele citosina (CA) e i portatori di timina-timina (TT)“. Ebbene, i primi sarebbero predisposti a un livello di felicità più elevato.

Eudaimonia: da cosa dipende?

Tale studio non fa altro che confermare la natura complessa dell’essere umano: la felicità, a cui da sempre tendiamo, dipende non solo da fattori comportamentali e ambientali, ma anche psicologici e neuroscientifici. In questi termini si può dunque parlare di eudaimonia, parola greca usata da medici e scienziati per indicare lo stato di felicità derivante dalla commistione dei numerosi fattori a cui si è appena fatto riferimento nel testo.