L’ex stella stupisce tutti: “Nole non è il migliore di sempre”

L’edizione 2023 del Roland Garros è terminata con la vittoria numero 23 negli slam di Novak Djokovic, un nuovo record: ma per qualcuno non basta…

Djokovic Panatta goat Federer
Novak Djokovic (Instagram)

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L’edizione 2023 del Roland Garros ha visto l’incoronazione di Novak Djokovic per la terza volta. Il serbo ha vinto il torneo pur non avendo i favori del pronostico alla vigilia, tuti orientati verso Carlos Alcaraz. L’esperienza e una miglior tenuta fisica, però, hanno fatto sì che Nole abbia potuto esultare davanti al pubblico del Philippe-Chatrier. Con questo successo è salito a quota 23 titoli slam: nessuno come lui. E ha anche mantenuto vivo il sogno Grande Slam, l’unica cosa, insieme al titolo olimpico, che gli manca in carriera.

Panatta non cambia idea: “Per me il goat non è Djokovic, è…”

Panatta goat Federer
Adriano Panatta (Foto da ANSA)

Vittoria meritatissima per Djoker, anche se Parigi era orfano del suo re. Rafael Nadal ha dovuto infatti dare forfait al suo torneo preferito: la lesione all’ileopsoas non è stata superata e il maiorchino si è dovuto arrendere, optando addirittura per l’operazione che lo terrà lontano dai campi per tutto il 2023. Per questo motivo Djokovic potrà addirittura ritoccare il suo record, allungando proprio sul campione spagnolo, fermo a 22 titoli Major. Ma nonostante il nuovo traguardo raggiunto, c’è ancora molto dibattito tra appassionati, ex giocatori ed esperti, su chi possa essere il migliore della storia.

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Sul tema si esposto anche Adriano Panatta, l’unico italiano a vincere il Roland Garros: “Rimango sulla mia posizione. Per me Roger Federer rimane il migliore di tutti i tempi – ha detto in un’intervista al Corriere della Sera – Non è solo una questione di estetica. E nemmeno di statistiche, che piacciono tanto ma lasciano il tempo che trovano. Mi spiego meglio: Borg nei pochi anni che ha giocato ha concentrato più vittorie Slam di Djokovic, Nadal e Federer messi insieme. Facciamo così: sono tutti grandi. Non c’è il più grande. Ognuno domina il suo periodo storico. I paragoni non hanno troppo senso, sono solo fisime giornalistiche: cambiano le racchette, i campi, le palle, il modo di stare in campo e giocare a tennis”.