Juventus, Bonucci: “Ronaldo è una macchina inarrestabile, con lui vogliamo vincere la Champions. Ho rifiutato il Real Madrid”.

Bonucci Atletico Madrid Juventus
Leonardo Bonucci alla vigilia di Champions.

Juventus, Bonucci: “Segnare un goal a Madrid sarebbe fondamentale”.

Intervistato dalla rivista spagnola As, il difensore dei bianconeri, Leonardo Bonucci ha affrontato diversi temi alla vigilia della sfida contro l’Atletico Madrid di Champions League.

Infortunio:  Sto bene, sono pronto. Non sento più dolore, con lo staff medico ho lavorato in queste due settimane, giorno e notte, e ho già giocato di nuovo”.

Famiglia: “Da poco è nata Matilda, per fortuna sta bene. Si unisce a Lorenzo e Matteo. Il primo è rimasto un tifoso sfegatato del Torino ed è contento che io sia di nuovo spesso a casa, rispetto a quando stavo a Milano. E’ stato uno dei motivi per cui sono tornato”. 

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Ritiro prematuro: “Nel 2016 ho passato cinque mesi molto difficili e ho capito quali erano le mie priorità. Prima, il desiderio di andare lontano, di essere un grande giocatore, mi ha portato a mettere calcio e famiglia nello stesso posto. Ho imparato, grazie a Matteo, che posso vivere senza calcio, ma non senza la mia famiglia, i miei figli. È la cosa più brutta che possa capitarti, ma per fortuna adesso va tutto bene”.

Ritorno alla Juve dopo un anno: “Sapevo che questa decisione avrebbe causato polemiche, ma mi conosco: so come rispondere sul campo”.

Il segreto della BBC:  “È molto semplice: ci divertiamo insieme, ci piace difendere. Ci completiamo a vicenda e realizziamo che ognuno esalta le virtù dell’altro”.

Sfidare Buffon i Champions: “Preferirei di no. Gigi è il numero uno nel settore, ma prima di tutto un grande amico. Sono cresciuto con lui, è strano guardare indietro e non vederlo, ma nella Juve siamo fortunati: Szczesny è uno dei portieri più forti di questo momento e Perin sta crescendo molto”. 

Dybala: “Sinceramente Paulo lo vedo bene, più maturo. Lavora per la squadra e questo è importante. Sono momenti di crescita, è giovane: nella fase finale della stagione ci darà molto”.

7 scudetti di fila e 13 punti di vantaggio: “Non è così facile come sembra. Il livello del calcio italiano è migliorato. Sarò onesto: c’è stato un tempo in cui la Juve era molto al di sopra degli altri. Giocavi contro Napoli, Inter e Milan e sentivi che avresti vinto senza problemi, ora non è così. Negli ultimi due o tre anni soprattutto gli azzurri sono andati molto vicini”.

Favoriti in Europa: Se arriva Cristiano Ronaldo, il migliore del mondo, significa che il tuo livello è aumentato. Il nostro obiettivo è vincere la Champions League, non possiamo e non dobbiamo nasconderci”.

Primo pensiero all’arrivo di CR7: “Quando è arrivato non mi sembrava giusto, perché ero ancora un rivale (ride, NDR ), ma è davvero bello per tutto il calcio italiano, se arriva il migliore, vuol dire che il nostro campionato è diventato nuovamente appetibile”.

Le doti di Ronaldo: Quello che apprezzo di più di lui è la sua costanza e semplicità. È venuto e si è reso disponibile al gruppo, ha sempre una parola di supporto per ogni partner. Ogni giorno, prima e dopo gli allenamenti, lo trovi in ​​palestra. Lo faccio anche io, ma ci sono momenti in cui non ce la si fa più, lui invece è sempre lì. È una macchina, non si ferma. Puoi solo ammirarlo”.

Pallone d’Oro: Sono rimasto sorpreso che non l’abbia vinto Cristiano, penso che se lo meritasse. È stato decisivo per il Real Madrid nel vincere un’altra Champions League. Tuttavia, sono sicuro che non averlo raggiunto, per lui, sarà un incentivo per sollevare il prossimo. E questo significa vincere titoli nella Juve”.

Atletico Madrid: “È una squadra molto complicata, che con Simeone non ti lascia un centimetro. Un ostacolo difficile, ma abbiamo l’obiettivo di raggiungere la finale. A Madrid cercheremo di segnare almeno un goal, sarebbe fondamentale”.

Griezmann: Vorrei che l’Atletico fosse solo lui. Ci sono anche Diego Costa, Morata, Saúl, Godín, Koke. Dovremo combattere ogni palla, sarà una battaglia, come sempre quando giochi con loro. Vivono un momento complicato, ma la Champions nasconde tutti i problemi”.

Morata: “È un amico, ma l’ho già avvertito: “Appena entrerai in campo ti darò un bel colpo”. Mi ha risposto: “Come fai sempre” (ride, NDR).

Simeone: “Dà alla sua squadra un’identità. Lo fa come quando era un giocatore aggressivo, forte ed inarrestabile. La sua mentalità lo ha portato a vincere titoli, se ci riesci nessuno può dirti nulla, dato che nessuno può dire nulla a Allegri, Conte o Guardiola. Il calcio non ha leggi, ognuno trova la sua strada verso la vittoria”.

Guardiolismo o Cholismo: “Considerando il mio modo di giocare, mi piacciono gli stili di Guardiola e Sarri, come mi piacevano quelli di Conte e di Allegri. Per le mie caratteristiche, toccare la palla è importante: Simeone, forse, ha un gioco più verticale”.

Il calcio di Allegri:  “Il suo stile è nel mezzo. Ci ha insegnato a interpretare il gioco. Se stai soffrendo, lanciare una palla sugli spalti non è un peccato, e per me questo l’allenatore l’ha dovuto ripetere molte volte (ride NDR). In alcune fasi puoi fare il Guardiolismo , in altri il Cholismo, unisci tutto questo ed ottieni l’Allegrismo!”. 

Finale al Wanda Metropolitano: “Non voglio essere un porta sfortuna, ma dopo il sorteggio ho detto ad un amico che avremmo preso le misure per l’1 giugno ( ride, NDR )”.

Real Madrid: “Stavo aspettando quella domanda ( ride NDR ). Sì, è vero: il Real Madrid mi ha cercato. È stato un orgoglio e un piacere essere nel mirino, vuol dire che ho lavorato bene in questi anni. Ma beh, il richiamo della Juventus e il desiderio di tornare a sentirsi a casa mi hanno preso il cuore e ho deciso che il colore bianconero mi calza meglio”.

Conte al Real: “Deve essere lasciato libero di esprimere il suo calcio ed il suo personaggio. Con i giocatori del Real , questo gli farebbe comodo, ma dovrebbe partire da giugno: la sua mano si nota se inizia a lavorare da zero. Ti spinge a dare il 110%”.

Nazionale: Con lui ci siamo divertiti. Prima, non ti dico che è stato un peso giocare con la nazionale, ma c’era pigrizia”.

Giovani: I miei preferiti sono Zaniolo e Chiesa. Il primo, quando Mancini lo ha convocato, ci siamo quasi chiesti chi fosse, ma già nei primi allenamenti ha mostrato qualcosa: il suo talento è fiorente. Il secondo ha capito dove migliorare: è meno egoista, cerca di più l’obiettivo, segna di più”.

Futuro dell’Italia: “Il nostro calcio deve rinascere, ma siamo sulla strada giusta. Una volta raggiunto il fondo, puoi solo migliorare”.

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