Calcio. Crespo: “Gli arrivi di Higuain e Tevez? Un bene per la Serie A”

L’ex attaccante ha parlato dei due argentini…

(Getty Images)
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NOTIZIE SERIE A – Hernan Crespo, una gran vecchia conoscenza del calcio italiano, ha parlato ai microfoni di “Tuttosport” degli arrivi di Carlos Tevez e di Gonzalo Higuain nel nostro calcio. L’ex attaccante di Lazio, Inter e Parma, ha   parlato soprattutto di Tevez, con cui ha giocato nel Mondiale 2006:

«Chi ha fatto l’affare? Il calcio italiano. E’ il segnale che pian piano le cose stanno tornando come ai mie tempi, quando la serie A era il top. Non è ancora così, altrimenti Messi e Ronaldo sarebbero in Italia. Il problema è che quegli stessi impianti che noi sognavamo 20 anni fa sono rimasti più o meno uguali, senza ammodernarsi. La Juve è l’unica eccezione positiva. Tevez è un top player, un campione fuori dagli schemi. Il vero interrogativo è: Conte gli permetterà di stare fuori dagli schemi? Sarà una sfida affascinante per entrambi. Conte dovrà spiegargli come muoversi per essere spietato anche nella Serie A e allo stesso tempo dovrà capire che la vena fantasiosa di Carlitos lo aiuterà a sviluppare altre cose. Sono due vincenti e si intenderanno. Tevez in Europa è diventato più completo e ordinato. E quando l’ho visto 4 mesi fa mi è sembrato molto più sereno e maturo. Del calcio italiano si chiede sempre, per noi argentini ha un fascino speciale. Ci sentiamo a casa. Non mi stupisce, ad esempio, che Higuain abbia preferito il Napoli all’Arsenal».

TEVEZ MEGLIO DI MESSI IN ARGENTINA – «Carlitos però è uno che non ti tradisce mai e ha nel suo bagaglio i numeri per sbloccare i match intricati. Tevez in Argentina è quasi più amato di Leo. E’ il giocatore del popolo, con le sue giocate infiamma il pubblico».

Crespo ha poi parlato della dichiarazione al veleno di Maradona (“un vero argentino non gioca a Torino”) e dell’eventuale rendimento di Higuain al Napoli:

«Maradona è fatto così: ama provocare. Carlitos non ci avrà nemmeno fatto caso. Gli scivola tutto addosso. E’ anche questa la sua forza, del resto non è un caso che ovunque vada diventi un idolo: è stato uno dei pochi argentini amati in Brasile e a Manchester è stato adorato prima dai tifosi dello United e poi da quelli del City. Lo stesso discorso vale per il 10 di Del Piero: non ci pensa a certi paragoni. A differenza di Cavani, che arrivò nel Napoli già collaudato di Mazzarri, Higuain s’inserirà in una struttura meno solida, con un allenatore bravo ma che in Italia è stato solo sei mesi. Il Pipita è un goleador: ma se arriva a 20 e segnano però di più Hamsik, Insigne, Callejon è la stessa cosa. Tevez-Llorente? Coppia interessante, un ritorno ai vecchi tempi: il centravanti alto e il folletto di fianco. Con loro la Juve compie un bel salto di qualità. E sono certo che gente come Vucinic, Giovinco o Matri con meno pressioni addosso faranno benissimo subentrando a partita in corso. Champions League? la Juve deve cercare di approfittare di un vantaggio, che è quello di non aver cambiato allenatore rispetto a quasi tutte le big. Non parte da zero, bensì da due anni di lavoro: è un aspetto che le permette di ridurre il gap dalle superpotenze».