ALLEGRI, il MILAN è stellare. Capolavoro tattico e cuore

(Getty images)
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GAZZETTA DELLO SPORT (Paolo Condò) – Un Milan fatto della stessa materia di cui sono fatti i sogni centra un’impresa che entra di diritto fra le prime dieci della sua storia. La qualificazione ai quarti va ancora conquistata, e fra tre settimane al Camp Nou servirà un’altra prestazione straordinaria, è bene sottolinearlo nel momento in cui lo champagne preme contro i tappi. Però questo 2-0 al Barcellona più sterile e grigio dell’era moderna è un risultato che farà molto rumore in Europa: la squadra più forte non è più così forte, e soprattutto una grande che soltanto pochi mesi fa sembrava perduta è definitivamente riemersa dalla sua mediocrità per impadronirsi non soltanto del futuro, ma anche del presente.La cosa più bella, poi, è che questo sabba di calcio umile e soffertoabbia coinciso col ritorno della gente a San Siro, a dimostrazione che l’entusiasmo è un processo virtuoso che si autoalimenta, e che la depressione delle gradinate vuote contribuisce a rendere tristi le serate di campionato. Altro che marcatura individuale di Messi: Allegri l’ha letteralmente tolto dal campo — e così non ci era mai riuscito nessuno — piazzando un uomo su ogni linea di passaggio e togliendogli in pratica l’acqua nella quale nuotare. Si vede subito che il Milan ha la testa giusta per la serata avventurosa che lo aspetta, perché alterna lunghe fasi di formazione a testuggine — due linee di difesa molto ravvicinate col solo Pazzini dieci metri più avanti a ipotizzare un rilancio — a improvvise sortite sulle fasce che costano al Barcellona precipitosi rientri. La fase di pura opposizione, senz’altro maggioritaria, viene interpretata con una concentrazione da sballo: i catalani palleggiano sulla trequarti in attesa che si apra un varco, ma per tutto il primo tempo quel varco non si apre mai, rendendo sterile il possesso dei vari Xavi (continuo), Iniesta (intermittente) e Fabregas (svagato). Non c’è affanno nell’organizzazione rossonera, e se si esclude qualche imbarazzo iniziale di Ambrosini sui corner, l’ordine e la calma regnano sovrani.