CALCIO. PRO PATRIA, porte chiuse Razzismo: Abete duro

LA GAZZETTA DELLO SPORT – ‘Buu’ a Boateng, a Busto Arsizio un turno senza il pubblico. Il Presidente Figc: “Più Daspo e se necessario stop alle gare”…

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RASSEGNA STAMPA – (M. Galdi) – “Fuori i razzisti dagli stadi”, la richiesta del Presidente della Federcalcio Abete al capo della polizia Manganelli è chiara. Oggi l’Osservatorio del Viminale ‘rafforzerà’ la collaborazione tra arbitri e responsabili dell’ordine pubblico che restano gli unici a poter disporre la sospensione delle partite. Abete, che era accompagnato dai vicepresidenti Albertini e Macalli e dal d.g. Valentini, è stato chiarissimo: lo spettacolo non può e non deve più andare avanti. Non quando in campo scende anche il razzismo. “Non esiste nessuna preoccupazione da parte del mondo sportivo: se c’è necessità di sospendere temporaneamente o definitivamente le partite per episodi legati al razzismo che si faccia tranquillamente pur di contrastare il più possibile questo fenomeno”, ha detto Abete. Non ci sono stati problemi a concordare la linea con la Figc: “Il problema è allontanare dagli stadi tutti coloro che non hanno titolo a starci perché inquinano complessivamente la convivenza civile di un evento sportivo. Ben venga quindi un ulteriore rigore al fine di evitare situazioni di tolleranza in merito a questo fenomeno”. E questo significa aumentare l’entità e allargare i Daspo, ma anche con “una maggiore capacità di concertazione fra giocatori, arbitro, quarto uomo e responsabile dell’ordine pubblico, al quale è riconosciuta la titolarità di valutare le diverse specifiche situazioni e ordinare eventualmente la sospensione delle partite. Si deve fare sempre più squadra tra i soggetti che operano all’interno dello stadio”, Abete è chiaro serve la collaborazione di tutti: anche i calciatori devono fare la loro parte: se sentono cori razzisti devono avvertire l’arbitro che può sospendere temporaneamente la partita e far fare gli annunci agli altoparlanti, e poi se non si fermano i cori con il responsabile dell’ordine pubblico fermare le partite “senza timori di recuperi i calendari”. Ieri il giudice sportivo della Lega Pro ha stabilito che la Pro Patria giochi una partita a porte chiuse. Anche i cori razzisti contro il calciatore del Cagliari Ibarbo durante il match di sabato scorso sono costati alla Lazio una multa di 15 mila euro, nonostante l’intero stadio abbia coperto quel centinaio di stupidi che insultavano l’attaccante colombiano.