JUVENTUS. CONTE: “Ora sono più forte. Solidarietà verso P. CANNAVARO e GRAVA”

Il tecnico bianconero ritorna sul caso del calcioscommesse…

(getty images)

Nel suo bilancio sull’anno 2012 ai microfoni di Sky Sport il tecnico della Juventus Antonio Conte ritorna sul caso del calcioscommesse.

Io penso di essere più forte ora, dopo la squalifica. Ma mi ha causato molto dolore essere lontano per quattro mesi, non avere il contatto con i miei calciatori, mi è mancato molto. Io mi auguro che in futuro le cose possano cambiare. Sono vicino a Cannavaro e Grava (squalificati sempre per le scommesse ndr), così come al Napoli: bisogna punire chi deve essere punito non chi si rifiuta di fare determinate cose ma non le denuncia. Io ho lavorato molto su di me cercando qualcosa di costruttivo in quanto di negativo mi stava capitando”. Antonio CONTE si è raccontato ai microfoni di Sky Sport in un’intervista di mezz’ora dal titolo “Natale con te” in cui ha ripercorso il 2012. L’intervista sarà trasmessa questa sera alle 21.00 su Sky Sport 1 HD (canale 201) e alle 22.30 su SuperCalcio HD (canale 205) e in replica  anche il giorno di Natale su SuperCalcio HD e su Sky Sport 1 HD,  rispettivamente alle 12.00 e alle 17.30. Il tecnico ètornato sulcaso calcioscommesse esprimendo vicinanza per Grava e Paolo Cannavaro e ricevendo  in risposta le dichiarazioni di ringraziamento del patron del Napoli De Laurentiis all’allenatore bianconero

 Ecco le sue dichiarazioni integrali:

 

L’immagine rimasta più impressa del 2012?

L’immagine del 2012 è il triplice fischio finale a Trieste, che sancisce la vittoria dello scudetto e l’abbraccio collettivo con i giocatori, con i dirigenti a festeggiare qualcosa di straordinario che abbiamo fatto quest’anno. La Juve è tornata a vincere perché ha iniziato un progetto. Abbiamo progettato nella maniera giusta. In questo inizio di stagione è proseguito il lavoro iniziato l’anno scorso e penso che abbiamo messo delle ottime fondamenta. Abbiamo voglia di stupire. Ho la fortuna di avere calciatori speciali. Avendo loro non ho paura di niente ed è giusto coltivare il sogno di ottenere il massimo da tutte le cose. Se saremo bravi ad arrivarci avremo fatto qualcosa di super straordinario.

 

In the box

In quella famosa conferenza c’è una persona che urla un qualcosa. Potevo essere io ma poteva essere chiunque. Non potrà mai tornare come prima niente, perché poi alla fine per adesso alcune cose sono rimaste tali e quali. Mi auguro che in futuro le cose possano migliorare per tutelare chi fa questo sport e lo fa in una determinata maniera. Mi riferisco alla vicenda che sta coinvolgendo Cannavaro e Grava. Io sono vicino a questi ragazzi come sono vicino al Napoli. Bisogna punire chi vende le partite, non chi si rifiuta di farlo. Ho lavorato molto su di me. Ho cercato di trovare le cose costruttive nell’esperienza negativa. Ho lavorato su di me per cercare di diventare più forte e penso di esserlo diventato. Dietro il pugno in tribuna nella prima contro il Parma ne sono seguiti altri. Mi ha provocato molto dolore in questi mesi non essere stato in campo, non aver fatto sentire la mia presenza ai miei giocatori. Non ho mai pensato di lasciare, perché ho avuto sempre un appoggio incondizionato da parte del presidente, della famiglia, di John Elkann, del Direttore e dei ragazzi. In questa vicenda il presidente mi ha fatto sentire ancora più responsabile e partecipe in tante situazioni. Se fosse accaduto l’anno scorso sarebbe stato un disastro perché me e per la Juve, in maniera coscienziosa mi sarei fatto da parte, perché l’anno scorso c’era tutto un lavoro da fare. Quest’anno c’era un anno e più di lavoro da fare e una squadra che conosceva il mio credo e i principi di gioco che professiamo. Questo ci ha permesso in questi mesi di far sembrare normale una cosa che non era normale, anzi, era molto anormale.

 

Di nuovo campione

Il fatto che la squadra nonostante la mia non presenza in panchina abbia dato quelle risposte è un motivo di grandissima soddisfazione e orgoglio. E’ una mia creatura, fatta di ragazzi responsabilizzati che sono maturati tantissimo. E tutto questo è successo in un anno. Sono stati molto bravi, ma adesso sono contento di essere tornato alla normalità e penso che anche loro lo siano.

 

Sull’attacco che segna poco

Io sono molto contento del lavoro che fanno i miei attaccanti perché sono al centro del nostro gioco. Quando c’è un’organizzazione abbiamo grandi imprevedibilità perché riusciamo a portare 7 giocatori nella fase offensiva e diventa difficile per qualsiasi squadra porvi rimedio. Metto la firma sul fatto che tutti gli attaccanti andranno in doppia cifra. Un giocatore come Giovinco a 7 milioni non lo trovi da nessuna parte con la qualità che ha. E’ un giocatore che ha 24 anni e grandi margini di miglioramento. Non ho preferenze nei suoi confronti. Schiero sempre i migliori.

Su Pogba

Pogba è un predestinato, sicuramente, perché ha delle qualità importanti. Quando dicono che in Italia non lanciamo i giovani, dico che Pogba sei mesi fa nel Manchester United non giocava. Se uno è bravo e fa le cose che deve fare non guardo la carta d’identità. Lui ha tutto per diventare tra in numeri uno al mondo. Sta a lui e a me farlo crescere nel modo giusto.

 

Un grande centrocampo; poteva starci anche Conte?

Non so se avrei trovato posto nel centrocampo con Marchisio, Pirlo e Vidal, ma sarei stato un osso duro. Mi sarebbe piaciuto avermi come allenatore.

 

Metodo Conte

Un allenatore deve essere allenatore in tutto. Non puoi essere solo bravo da un punto di vista tecnico tattico, solo motivazionale, solo psicologico, solo gestionale, nei rapporti con la società e con i media. Devi eccellere in tutto e, quindi, devi studiare. Da quando faccio l’allenatore è un continuo studio.  L’anno scorso sono arrivato alla Juve con la voglia di fare il 4-2-4. Il problema era che non c’erano i giocatori adatti a fare quel tipo di gioco. In più avevo in rosa giocatori imprescindibili come Vidal, Pirlo e Marchisio, che poteva fare la mezzala e, quindi, il nostro reparto più forte era il centrocampo. Nel  percorso mi sono accorto di avere tre giocatori come Chiellini, Bonucci e Barzagli che in certe situazioni eccellevano. Da qui la trasformazione in 3-5-2 o 3-3-4.

 

Sui media

I media  sono un’arma pericolosa, importante se riesci a usarla a tuo piacimento. A volte parliamo e non capiamo che facciamo dei danni. Magari potrei essere più simpatico, potrei essere più accomodante, mi potrei far più ben volere a livello mediatico e nei rapporti con i colleghi, però, mi sono accorto che quando cerco di fare questo perdo in cattiveria agonistica, voglia di vincere e nella  fame. Per questo preferisco comunque vincere e, a volte, risulto antipatico. Mi dispiace,  però, meglio così che essere simpatico, ben voluto o piacere alla gente. Mi auguro di arrivare ai livelli top dei numero uno.

La soddisfazione maggiore

La più bella soddisfazione  è essere entrato nel cuore della gente da calciatore. Se con tutto questo non fossero arrivati i risultati, io sarei a casa adesso.

 

La Juve che verrà

La Juventus non cambierà molto a gennaio, perché faremo delle operazioni intelligenti, come abbiamo fatto a giugno. Cercheremo di operare per colmare delle lacune che ci sono. Se ci saranno occasioni importanti, non ce le lasceremo sfuggire. I grandi calciatori arricchiscono la qualità, la rosa e rendono le cose da difficili a meno difficili. Quando saremo nelle condizioni di prendere giocatori importanti lo faremo, perché la Juve è giusto che torni ad avere giocatori da 40-45 milioni. Quando potremo, lo faremo. Balotelli ha le caratteristiche del grande giocatore ma costa quanto la Gioconda e noi non possiamo permetterci giocatori particolari. Del Piero è unico e sarà difficile trovare un altro calciatore che farà il suo percorso. Me lo auguro per il Presidente, che possa trovare un giocatore del genere. Significherebbe vincere al SuperEnalotto.

 

Ricordi di Champions

La Champions del 96, quella che vincemmo, fu una bellissima Champions. La vincemmo al nostro primo tentativo. In quel periodo, però, non c’erano squadre così strutturate come oggi, come Barcellona, Real Madrid o Bayern Monaco, squadre strutturate negli anni per vincere. Non voglio aspettare tutti questi anni. Non sarei io se non provassi a vincere qualcosa. Non sarà facile, ma stiamo costruendo qualcosa di bello. Il tempo ci darà ragione e dico ai tifosi di non essere impazienti.

 

Natale con te

Io ho avuto la fortuna di crescere in una famiglia religiosa. Con la fede ho un ottimo rapporto. Parlo molto con Dio. Prima di dormire, prego sempre. Mi faccio il segno della croce prima di mangiare. Io mi faccio sempre il segno della croce, mi affido a Dio e affido a lui i miei ragazzi. Finché Dio è dalla mia parte, non ho paura di niente. Il Natale di Antonio Conte bambino era una festa. Sempre in famiglia. Non ci sono Natali Vip. Sempre in famiglia a giocare a carte con i parenti. A svegliarmi la sera di Natale con i doni messi sul letto. Passarlo con Vittoria, in famiglia è la cosa più bella che mi possa capitare. Essere padre è l’esperienza più bella che una persona possa avere. Il sogno per l’anno nuovo è quello di continuare a lavorare come stiamo facendo adesso, in sintonia con i calciatori e la società. Sono convinto che questa sia la strada giusta e ci possa portare a toglierci delle soddisfazioni.