ROMA. OSVALDO: “La mia vita di gol ed eccessi”

LA REPUBBLICA (E. Audisio) – Prima di Roma-Milan, l’attaccante giallorosso tra campo e vita privata: “Vorrei indietro la mia adolescenza, vivere quello che ho perso”…

(getty images)

LA REPUBBLICA (E. Audisio) – Sembra un cantante grunge, ma è un attaccante della Roma e forte, anche a cambiare squadra, visto che ne ha cambiate sei in 6 anni.Osvaldo oggi ha rilasciato un articolo a Repubblica. Eccone uno stralcio: “È vero, mi piace cambiare, penso sempre che la felicità sia altrove“. Per la prima volta affronta il secondo campionato nella stessa società. E si racconta, parlando anche del suo passato: “Non volevo essere Che Guevara. Anzi sognavo di amare una donna sola, di crescere una sola famiglia, di vivere nello stesso posto. Ci sono giorni in cui mi sento triste, vorrei essere un’altra persona, perdermi nel mondo. Ho nostalgia dell’Argentina, di Baires, di Lanus: della mia adolescenza. Vorrei riaverla indietro, vivere quello che ho perso, tornare ad essere un ragazzino”.

Invece?
“Sono lunatico: un giorno mi sento forte, un altro scarso. Lotto, segno, reagisco. Tutto all’eccesso. Sono stato costretto a crescere, ma c’è una parte di me dentro che rifiuta l’idea. Faccio falli inutili, ma per me in quell’attimo sono giusti”.

Nove espulsioni in sei stagioni.
“Ma sì, ho un carattere di merda. Mi piace essere così, ma non sono il solo a sbagliare. E mi devo difendere dalle cattiverie: un sito romano ha scritto che mia madre era morta. Allora chiamo casa, sono le quattro di mattina in Argentina, risponde mamma, mi metto a piangere. Chiedo: si può pubblicare una notizia così drammatica senza fare verifiche? Poi dicono: Osvaldo è nervoso”.

Lei ha tre figli: Gianluca, quasi 7 anni, Victoria 3, e Maria Helena, neonata. 
“Non è facile: i figli sono con le loro due mamme e io non vivo con loro. Quando sto con i bimbi però il mondo non esiste. Imparo ad essere padre, loro mi aiutano. Chissà se un giorno riuscirò ad unire tutta la famiglia. Mi mancano, a me manca sempre qualcosa. Anche il mio paese”.

Ma lei gioca nella nazionale italiana.
“Sì, per via di un bisnonno di Filottrano, nelle Marche. Però la mia infanzia interrotta è in Argentina, i miei amici sono lì, quella è casa mia. Sono contento della maglia azzurra e a quelli della Lega Nord che vorrebbero solo italiani doc chiedo: che senso ha? E’ puro razzismo. Balotelli è nato a Palermo e parla bresciano, anche grazie all’oriundo Camoranesi gli azzurri hanno vinto il mondiale in Germania. E’ sbagliato offendere qualcuno solo perché non è nato dove piace a te”.

Lei è cresciuto nel mito di Maradona.
“Certo. Siamo tutti e due di Lanus. Io sono tifoso del Boca e grande fan di Riquelme, del brasiliano Ronaldo, quello vero, e di Batistuta. Maradona e Messi sono su un altro pianeta”.

E oggi c’è Roma-Milan.
“Noi siamo in crescita, sappiamo cosa fare in campo, abbiamo un’identità. Ma il calcio non è una scienza sacra e il Milan merita rispetto”.