MILAN – JUVE. Tutto il mondo di Pirlo. Una vita da leader in una sola partita

LA GAZZETTA DELLO SPORT – La sua Juve e un Milan che non c’è più. E’ rimasto soltanto Ambrosini: con chi andrà a cena a fine gara?

(getty images)

 

Milan-Juve è la partita di Pirlo e non solo perché Andrea ha traslocato da una squadra all’altra. La leggenda del più grande regista degli ultimi dieci anni nacque in un Trofeo Berlusconi: era una notte estiva e Pirlo convinse Ancelotti a spostarlo indietro di una trentina di metri. Iniziò un’altra storia, bellissima e intensa, interrotta solo dal progetto tattico di un allenatore (Allegri) che voleva togliere la regia a Pirlo e dalla politica societaria del club, che prevede solo contratti annuali per gli ultratrentenni. All’ultratrentenne Pirlo, però, la Juve ha dato fiducia e le chiavi della squadra ricevendo in cambio uno scudetto e la ritrovata competitività anche in Europa. Stasera Andrea torna a casa senza il bisogno di cercare altre rivincite. Come riporta la Gazzetta dello Sport, il messaggio più bello lo mandò a maggio con la conquista del tricolore e subito dopo con la sua precisa ricostruzione della vicenda: «Quando con il Milan ho parlato del mio contratto, mi hanno proposto il rinnovo per un anno. Io chiedevo un triennale perché ero più giovane degli altri giocatori in scadenza. Ma il vero motivo del mio trasferimento è stato un altro: Allegri voleva piazzare davanti alla difesa Ambrosini o Van Bommel e io avrei dovuto cambiare ruolo. Allora ho detto “no, grazie” e ho scelto la Juve, che mi offriva motivazioni importanti. Ci tengo a dire che non è stata una questione economica. Il Milan ha deciso che non servivo più. L’ho capito subito durante quel colloquio. Nel mio ruolo Allegri preferiva altri giocatori». Nessuna polemica, solo una puntualizzazione. Con la Juve Pirlo ha segnato 6 gol in 58 gare, con il Milan il bilancio era stato di 41 reti in 401 incontri: una media incredibilmente simile (un gol ogni 9,6 incontri in bianconero, ogni 9,78 in rossonero). E un dubbio: se segnasse a San Siro, esulterebbe?