CHAMPIONS. MILAN. EL SHAARAWY, MEXES, PATO: il colpo è fatto, 10a volta di fila agli ottavi

LA GAZZETTA DELLO SPORT – Ancora lui: il Faraone trascina la squadra di Allegri in Belgio. I rossoneri avanti da secondi, l’obiettivo minimo è raggiunto…

(getty images)

RASSEGNA STAMPA – (P. Condò) – Il passaporto per gli ottavi che brilla nelle mani dei milanisti vale qualsiasi sofferenza. Il Milan per quanto la sua rosa sia decaduta, un campioncino continua ad averlo. Un grande campioncino. El Shaarawy è il faro che sta permettendo di attraversare dignitosamente il buio di questa stagione, perché a ogni partita che passa il suo livello si alza. A Bruxelles il Faraone ha centrato con calma olimpica il primo bersaglio, sparo dello starter per la partita vera dopo il primo tempo più insulso della storia del calcio, e ci ha generosamente risparmiato i patimenti del recupero conducendo un contropiede a mille all’ora e sfornando a Pato un aiuto psicologico sotto forma di gol ‘basta spingere’. Il Milan ottiene tanto da Parc Astrid. La qualificazione innanzitutto, ed è una bella vita entrare in campo sapendo che il Malaga ti ha già fatto il regalino. Nel cammino per timbrare il passaggio agli ottavi vanno registrate anche l’espulsione (giusta) di un difensore avversario e una rete tanto strepitosa quanto estemporanea di Mexes, l’eccezionale rovesciata. Ma l’1-3 finale inganna: la squadra ha sofferto tanto in dieci contro undici, si è fatta rinchiudere in area e ha visibilmente perso testa ed equilibrio tattico. Considerata la quantità di contropiede falliti quando il risultato era ancora comodo, non doveva rischiare così. L’Anderlecht parte tenendo i reparti molto spaziati, e per il Milan giocare fra le linee sembra un esercizio elementare. Dopo 30 secondi Bojan circumnaviga la metà campo belga arrivando annebbiato al confronto con Proto; dopo tre minuti un altro comodo lancio milanista oltre la linea di difesa pesca libero El Shaarawy, ma la traiettoria è imbastardita dal vento e lui fallisce il controllo. Il Milan pare funzionare perché l’Anderlecht concede a Montolivo non solo il tempo di impostare l’azione, ma pure quello di metterci il francobollo. Infatti, nel giro di pochi minuti Van den Brom si accorge delle distanze da calcio da operetta, e ordina alla squadra di ricompattarsi alzando la linea di difesa. Il Milan va subito in apnea, concede campo e palla all’Anderlecht. De Sciglio è l’unico ad avanzare con continuità, e al minuto 13 una scalatura difensiva evidentemente non scatta visto che Jovanovic, assistito da Mbokani, può infilarsi nel vuoto che conduce ad Abbiati: respinta di piede. Sopravvissuto a un primo tempo di noiosi orrori, il Milan nella ripresa affida ad El Shaarawy la soluzione. Ora che ha raggiunto l’obiettivo minimo stagionale, si tolga la paura e veda se può fare qualcosa di più.