LIGA. Mou sfida il Barça e… la Catalogna indipendente

IL CORRIERE DELLA SERA. (A. N icastro) Il derby di Spagna si tinge di una vena politica…

 (getty images)

Saranno due le esibizioni questa sera al Camp Nou di Barcellona. Una in campo tra due squadre straordinarie. L’altra offerta dagli spalti al resto del mondo collegato in diretta tv. Non è una novità per il Clasico, il derby di Spagna tra Barça e Real Madrid e gli indipendentisti catalani non vogliono lasciarsi sfuggire la mondovisione. Si parla di un enorme mosaico vivente con quasi 100 mila tessere distribuite agli spettatori. Dovrebbero servire a costruire una bandiera grande come l’intero stadio, non del Barça Futbol Club, ma della Catalogna indipendente. Forse la classica seyera a strisce gialle e rosse, forse la versione «stellata» d’inizio ‘900. Poi la «grande sorpresa» per il minuto 17 e 14 secondi come a dire 1714, la data della sconfitta di Barcellona ad opera dei borboni. Forse il grido «independencia» forse altri slogan, ma l’intenzione è di mostrare lo stadio come la rappresentazione dell’intero popolo catalano. Dal punto di vista calcistico la partita di oggi dà ai madridisti di José Mourinho la possibilità di rientrare in campionato e di recuperare tre degli otto punti di svantaggio in classifica. Vilanova, che non ha il carisma di Pep Guardiola, sta cercando di roteare il gruppo e bisogna solo capire se la squadra iper vincente saprà motivarsi anche quando gioca con qualcuno alla sua altezza. Il primo esame, la Copa del Rey proprio contro il Real, è andato male. Sul fronte Real, Mourinho, come al suo solito, provoca tensioni che lui definisce stimoli. I grandi del gruppo si sono ribellati in modo aperto. Cristiano Ronaldo ha denunciato una misteriosa «tristezza», il portiere Casillas ha fatto da portavoce della rivolta. A guadagnarci potrebbe essere il rispettoso Kakà, quest’estate messo sul mercato da Mourinho e ora invece, in splendida forma fisica, reclamato in campo dagli stessi tifosi.