TORINO. VENTURA: “La stagione in B ci ha fatto bene”

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LA GAZZETTA DELLO SPORT – RASSEGNA STAMPA – (F. Bramardo) – Sesto posto in classifica, Rolando Bianchi al terzo posto tra i bomber, sei giocatori in gol. In estate Ventura aveva avvertito: “Il Toro vi stupirà”.

Doti da veggente?                                                                                                                                         “No — sorride l’ammiraglio genovese al secondo anno sotto la Mole — sarei presuntuoso. Da vecchio lupo di mare ero certo che avremmo potuto far bene se ci fossimo calati nella parte con lo stesso spirito di squadra, con la voglia di rimetterci in discussione. Il segreto viene da lontano, abbiamo un anno di esperienza, la stagione in B ha forgiato il gruppo”. 

La classifica è effimera, figlia di un calendario soft o può diventare una realtà? 
“La classifica ci lascia indifferenti, l’obiettivo è raggiungere la permanenza in categoria. Siamo una neo promossa, quest’anno ci serve per programmare la crescita della società, dell’ambiente, della squadra”. 

La prestazione con l’Inter dice che ve la giocate con tutte, a eccezione forse di Juventus o Napoli. Oppure nel derby… 
“Potevamo avere almeno 4 punti in più tra Samp e Udinese, e con l’Inter se avessimo pareggiato non avremmo rubato nulla ma va bene così. Mi rammarica solo che godiamo di poco credito, ma giocare a fari spenti non ci dispiace. Il derby è lontano: se siamo il vero Torino, che vive di adrenalina, possiamo sfidare tutti. Martedì ero allo stadio per la partita di Champions. Ho grande stima di Lucescu“. 

Il suo 4-2-4 ha impressionato i suoi colleghi, che non scommettevano un euro sulla solidità di un simile modulo in A. Il Milan sta seguendo la scia. 
“Ho letto divertito, loro lo chiamano 4-2-fantasia. Mi sono anche detto, sta a vedere, Galliani ti farà una telefonata per una consulenza. Purtroppo si viaggia ancora per stereotipi, come se una neopromossa scende in campo per fare catenaccio, o gli allenatori della nuova generazione sono più bravi o portano idee rivoluzionarie. Io non sono di primo pelo, oltre 1000 panchine, ma le idee non hanno età”. 

A proposito di stereotipi, si dice anche che i granata più gettonati in campo siano tutti ‘figli’ suoi, o quasi. 
“Se alleni da 30 anni buona parte dei giocatori li hai già avuti. Ho allenato Abate, Nocerino, non ho allenato Messi, e per questo non l’ho chiesto a Cairo perché non l’ho mai avuto — sorride — Darmian, D’Ambrosio, Brighi, Santana, Bianchi, Sgrigna, Sansone, mai avuti prima”. 

Domenica il Cagliari. 
“Sarà una verifica importante, vedremo se saremo presuntuosi e sufficienti o maturi e concentrati”.