ROMA. BURDISSO: “Non possiamo più sbagliare, deve essere un anno da protagonisti”

CONFERENZA STAMPA – Nicolas Burdisso incontra i giornalisti nella sala stampa di Riscone…

 

Ecco le dichiarazioni integrali (parola per parola), trascritte fedelmente ascoltando l’audio della conferenza:

Sei stato tra i migliori, sei reduce da un grande infortunio ma ti sei ripreso bene. Le tue sensazioni? Come giudichi il lavoro di Zeman?
“Sensazioni positive, un ritiro così forte e intenso non l’avevo mai fatto, forse in Argentino ad inizio carriera. Siamo tutti consapevoli di dover dare il massimo, cerchiamo di arrivare al top fisicamente. Sono stato troppo tempo fermo. Quindi l’ultimo mese, quando i ragazzi hanno preso un po di vacanze, io mi sono continuato ad allenare in Argentina con la Primavera del Boca e quindi sono arrivato qui in un’altra maniera però bisogna ancora migliorare. Però nessuno è preparato per questo tipo di allenamento così forte”.

Sappiamo che sei uno dei leader di questa squadra. Ad oggi come collochi questa Roma sotto il piano degli obiettivi?
“Sicuramente penso che questa Roma può crescere…e può crescere tanto, forse come nessun’altra squadra. Forse non siamo al livello dei campioni d’Italia della Juventus o come il Milan che ha lottato con la Juve, però penso che abbiamo una squadra forte, abbiamo tanti giovani che possono crescere e possono fare il salto. Quel salto che tutti chiedono questo anno. Penso, in quel senso, che nessuna squadra ha tanti ragazzi con quella prospettiva di crescita. Tutti siamo consapevoli e tutti vogliamo la stessa cosa: fare un campionato da protagonisti, arrivare fino in fondo lottando per vincere”.

Qui a Riscone ci ha sorpreso la qualità atletica di Erik Lamela. Può essere il suo anno?
“Non può essere il suo anno…Deve essere il suo anno! Lui è un ragazzo intelligente. Lo sa lui, lo sa Osvaldo, forse Pjanic, Josè Angel…loro sanno che più di nessuno che è l’anno che devono far vedere quel calcio che fanno sempre. E noi abbiamo bisogno di questo. Quello può aiutare come ti ho detto prima, per cambiare la stagione che forse tutti pensano sia di transizione e noi pensiamo tutto il contrario. Vogliamo arrvare fino in fondo, per lottare,per vincere qualcosa”.

Lo scorso anno la difesa della Roma è stata una delle peggiori del campionato. Basta il tuo recupero e l’arrivo di Castan per mettere le cose a posto? Differenze tra la fase difensiva di Zeman e quella di Luis Enrique?

“Su questa domanda, ho visto poco, abbiamo lavorato poco con Zeman sulla fase difensiva e su quello che vuole lui. Sull’altra domanda, non sono molto d’accordo con te: la fase difensiva, nel calcio di oggi, non bada solamente ai quattro della difesa. Oggi si attacca tutti insieme e si difende tutti insieme. Il mister Luis Enrique chiedeva un’altra cosa, forse non siamo stati all’altezza di quello che chiedeva lui. Adesso arriva un altro allenatore con la stessa idea: quella di attaccare sempre però siamo consapevoli che, come squadra, a livello difensivo dobbiamo migliorare ed essere più concreti”.

Riuscirai a tornare il Burdisso di prima per l’inizio del campionato?
“Non sono al 100% atleticamente, il ginocchio è ormai guarito. Dal primo giorno che mi sono infortunato mi sono allenato per cacciare completamente il ricordo e non rovinarmi il resto della mia carriera. Ed è quello a cui sto puntando. La lesione è ormai guarita e quello che sto cercando qui è lo stesso che stanno cercando i compagni: mettersi apposto fisicamente, tecnicamente per avere un anno da protagonista”.

Un giudizio su Romagnoli? In questi 8 mesi hai mai avuto paura di non riuscire a tornare il Burdisso di una volta?
“Si, tutti i giorni. Tutti i giorni mi faccio la stessa domanda però penso che faccia anche bene chiedermela per sapere che posso tornare quello di prima, cancellare completamente la lesione. In riguardo a Romagnoli, ha personalità, tecnicamente è anche molto bravo. Le ultime due settimane che ho fatto con la Primavera della Roma ho visto che si lavora molto bene e che ci sono dei ragazzi che hanno una prospettiva di crescita grandissima e io mi auguro che questi ragazzi possano salire con noi, possano crescere qui a Roma e restare qui a Roma“.

Cosa, secondo te, non è andato lo scorso anno?
“Beh, in una stagione che non va come quella dell’anno scorso non è che è una cosa che va male. Sono tante cose che vanno come non doveva andare. Posso dirti anche che dopo un anno come quello scorso tutti siamo migliorati, dopo un anno di lavoro con Luis Enrique. Forse noi non abbiamo capito bene il calcio che voleva fare, quel calcio offensivo, quel calcio alla ricerca sempre del pressing. Sicuramente questo è un anno che sarà, in qualche maniera, abbastanza simile e penso che la cosa più importante sia imparare dagli sbagli che abbiamo fatto l’anno scorso, in campo e fuori, non farli più e fare ancora meglio”.

Totti ha detto che siete ancora lontano da Juventus e Inter, mentre Bojan ha detto che si può credere nello scudetto. Mi sembra di capire che tu sei più vicino alla posizione di Totti oppure ti piace lo spirito di ragazzi come Bojan?
“Io la penso come Francesco e anche come Bojan. E penso che sia lo stesso che pensa la società: siamo tutti sulla stessa barca. Tutti vogliamo vivere un anno da protagonista e per me protagonista è lottare per vincere. Poi sicuramente vincono i solito, però lottare per vincere, arrivare ad aprile-maggio con la possibilità di vincere Scudetto, Coppa Italia è quello che voglio io, lo vuole anche Francesco e lo vuole la società. Sicuramente su questo siamo tutti d’accordo. Poi se Francesco vuole comprare campioni e Bojan vuole puntare sui ragazzi, va bene possiamo parlarne a lungo. Ma tutti vogliamo avere la stessa cosa: avere un anno più che positivo”.

In questo periodo lontano dai campi c’è qualcuno che ti è stato vicino e che è stato fondamentale per te?
“Devo ringraziare tante persone: prima di tutto, sicuramente la società e il medico, il prof. Cerulli. Lo staff medico della Roma, perchè sono stati sempre al mio fianco. Ai miei dirigenti, perchè mi hanno offerto subito di restare con loro a lungo. Sicuramente una persona che devo ringraziare di più e che adesso non c’è più è il terapista: Silvano Gotti. E’ una persona che dai primi di dicembre, fino agli ultimi giorni di maggio è stato con me e lui è il responsabile, vada come vada, di come sta andando tutto. Devo ringraziare lui: Silvano Gotti“.

Si è scritto che tu ed Osvaldo avete avuto delle discussioni l’anno scorso. E’ vero? Qual’è il tuo rapporto con lui?
“Siamo amici. Abbiamo avuto non una ma tante discussioni e sicuramente ne avremo in futuro. Però come la penso io, come la pensa lui, come la pensiamo in tanti, da queste discussioni escono sempre cose positive per la squadra, non solo per i singoli. E sicuramente, quando le cose non vanno bene, a volte chiarire delle cose per il bene della squadra devono far bene. Con Osvaldo ho un ottimo rapporto, siamo amici, stiamo suonando la chitarra insieme in camera quindi tutto bene (ride, ndr)”.

La tua intenzione è quella di chiudere qui la tua carriera? C’è un giovane su cui vuoi scommettere?
“Si, mi trovo molto bene qui. Come ho detto prima, la società, appena mi sono infortunato, ha avuto un bel gesto con me: di darmi fiducia, di rinnovare e restare con loro. Poi io ho detto loro che non era il momento. Mi piacerebbe tanto restare qui e vincere qui, questo mi farebbe ancora più piacere. Non restare perchè sto bene, perchè poi sappiamo tutti com’è Roma. Più che mai mi piacerebbe vincere e poi pensare se sono positivo per il futuro della Roma. Se devo puntare su un giovane, sicuramente su Lamela: tutti hanno visto quello che può fare. Osvaldo anche, abbiamo parlato anche di Romagnoli. Io punto molto anche su Florenzi: l’ho visto giocare l’anno scorso, poi l’hanno dato via. Per me lui, con il carattere che ha, può dare un grande contributo”.

E’ sbagliato pensare che la Roma di Zeman sia ancora un cantiere in costruzione? Tu saresti disposto a vivere un altro anno di transizione? 
“Sì, ci vuole del tempo. Però quando uno viene in ritiro, non viene pensando che sarà un anno di transizione o sarà un anno in cui possamo perdere, vincere…ma dobbiamo abituarci. Siamo a Roma, siamo una squadra grande e ogni volta che siamo una squadra così, al di là dei giovani, si pensa a vincere. L’ho detto tre anni fa, quando sono arrivato da un ambiente e da una società completamente diversa, mi hanno fatto la stessa domanda e io ho detto ‘Penso che possiamo lottare per vincere lo scudetto’. Non ci hanno creduto in tanti, poi quell’anno l’abbiamo sfiorato lo scudetto. Io penso lo stesso, penso che come squadra, come società si deve pensare sempre a vincere. Poi se sarà un anno di transizione non è che ce lo aspettiamo tutti. Sicuramente l’anno scorso abbiamo imparato tutti quanti tanto e che tutti abbiamo sbagliato tanto anche. Quest’anno non possiamo più sbagliare come prima, quello lo sappiamo. E vogliamo anche avere un anno da protagonisti”.

Tra le tue caratteristiche che il fatto che non molli mai. Questo tipo di mentalità è mancata lo scorso anno?
“Può darsi. Questi ultimi giorni (riferendosi al periodo dell’infortunio, ndr) li ho vissuti un po da fuori e non posso dire bene quello che è successo. Sicuramente in qualche momento della stagione siamo calati, abbiamo preso delle batoste. Però non sono io da solo: c’è un gruppo con la mentalità vincete e quello che si sta formando. Da questo anno a quello dell’anno scorso, credo che è un gruppo che si conosce bene, sappiamo cosa possiamo dare. Siamo consapevoli tutti, non solamente io, che quest’anno dobbiamo dare di più, molto di più per arrivare fino in fondo alla possibilità di vincere ed è quello che vogliamo”.

Questa è un tipo di preparazione di cui avete bisogno?
“Sono metodi diversi di lavorare: non è che se vai in campo e usi la palla, fai tanti scatti e lavori di meno. Sono metodi diversi, penso che stiamo facendo un lavoro forte. Penso, questa è personale, che stiamo facendo un lavoro mentale duro, allenamenti tosti e lunghi che bisogna proprio correre tanto, saltare tanto ma bisogna allenare tanto anche la testa. Questo ci farà bene per il futuro, per renderci più forti mentalmente e più cinici. Questo è sicuramente la cosa che ci è mancata l’anno scorso”.

Un giudizio su Castan?
“L’ho visto molto bene, è un ragazzo serio, concreto. Sicuramente si abituerà bene qui a Roma. Gioca in una squadra grande in Brasile, non sentirà tanto questo cambio. E poi siamo noi che dobbiamo aiutare i nuovi ad inserirsi nel gruppo, per vivere un piazza così bella e calda come quella della Roma“.

Hai avuto modo di confrontarti con qualche dirigente della proprietà americana?
“No, ho parlato pochissimo. Ci ho parlato quando mi sono infortunato. Ho un rapporto buono con Baldini e Sabatini, però con i dirigenti americani no“.

Cosa pensi della possibile cessione di Ibrahimovic e T.Silva al Psg?
“Mi dispiace per il calcio italiano perchè vorrei vedere il calcio italiano come era una volta, quando c’erano i Maradona, i migliori. Anche negli anni ’90, adesso è sicuramente diverso. Ci servono in Italia campioni come Ibra e T.Silva e mi auguro che restino qui per fare più bello il calcio italiano e anche per avere un campionato più bello per tutto il mondo”.