CALCIOSCOMMESSE. FONTANA: “Tre anni e sei mesi di squalifica equivalgono al carcere”

Il portiere si difende nel processo d’appello in corso al Foro Italico…

(Getty images)

Il calciatore Alberto Maria Fontana è intervenuto così al processo d’appello sul calcioscommesse in corso all’ostello della gioventù del Foro Italico. Dinanzi alla Corte di Giustizia federale, il portiere del Novara, condannato dalla Disciplinare per la presunta combine di Chievo-Novara del 30 novembre 2010, ha difeso la propria innocenza in prima persona: «Tre anni e sei mesi inflitti dalla Disciplinare equivalgono a tre anni e sei mesi di carcere, una macchia indelebile per me e per i miei figli. Sono una persona onesta – le parole del calciatore -. Mi sono chiesto perchè tirato in ballo da un pentito (Carlo Gervasoni, ndr) che nelle motivazioni dell’accusa è ritenuto credibile, ma io non lo conosco nè l’ho mai incontrato. Non mi interessa stabilire se sia credibile o no. Non spetta a me. Il portiere viene sempre tirato in ballo, ma quanto devo pagare per esserlo? Per me è un enorme punto interrogativo. Digitate il mio nome su Wikipedia e vi accorgerete della mia carriera avarissima, da secondo portiere. Un mese prima della partita contestata ho firmato un contratto di cinque anni, nonostante il periodo di crisi economica. Quando chiesi al presidente il motivo della sua offerta lui rispose ribadendo le mie qualità morali. Sono fatti concreti e non per de relato».