EURO 2012. Prandelli: “Non siamo venuti all’Europeo col braccino corto”

Nel glorioso “day after” di Italia- Inghilterra, il ct Cesare Prandelli si presenta in conferenza stampa

(getty images)

La lunga intervista rilasciata ai microfoni Rai dal ct della Nazionale Cesare PRANDELLI e del medico prof. Venturati, comincia con una domanda provocatoria.

Dopo questi buoni risultati, vedi attorno a te gente che improvvisamente vuole saltare sul carro dei vincitori o comunque dei semifinalisti?

“Non abbiamo mai rimarcato gli aspetti polemici. Abbiamo sempre pensato a noi stessi, anche se sappiamo anche dare calcioni se ce n’è bisogno. A me piace tenermi qualche sassolino nella scarpa. Comunque l’aspetto più importante è stato il coraggio di provare, di giocare e siamo stati premiati”.

(Domanda a Venturati) De Rossi e altri giocatori sono acciaccati. Com’è la situazione medica?

“E’ un handicap non indifferente, ci giochiamo il 50% di recupero e sono veramente pochi. Ci sono troppi giorni di differenza tra noi e la Germania per recuperare e faremo il possibile”.

Lei ha sempre parlato di una rivoluzione culturale e filosofica del calcio. A che punta è ora?

“Io sono convinto che siamo obbligati a trovare questa strada perché il calcio è sempre in evoluzione. in questo momento la differenza la fanno le squadre che hanno il coraggio di alzare il baricentro, il coraggio di giocare. Credo che, per la prima volta, questi ragazzi si stiano rendendo conto delle loro capacità straordinarie. Sicurezza vuol dire conoscere e quando conosco non ho paura e se non ho paura divento anche spavaldo, presuntuoso”.

Quanto manca per arrivare a battere la Germania?

“Manca tanto, abbiamo pochi giorni per recuperare e mettere in campo una squadra atleticamente viva. Ma, se noi prepariamo bene la partita, ci sono dei momenti in cui anche le grandi ti lasciano qualcosa e noi dobbiamo star lì in quei momenti. la preparazione deve essere improntata a questo obiettivo, non a difendersi”

Si può dire, visti anche gli elogi ricevuti, che è completata quella rivoluzione filosofica e culturale del calcio a cui tu tieni tanto?

“No, siamo solo all’inizio, però abbiamo le capacità. Non dobbiamo scordare il calcio italiano e il suo dna, la nostra storia, ma in questo momento dobbiamo fare un passetto di più, rprendere rischi. Se nel ranking Uefa siamo 17esimi vorrà dire qualcosa. Per forza di cose dobbiamo darci una mossa per fare un calcio propositivo”

I venti milioni di spettatori che stanno seguendo con passione questa nazionale vi applaudiranno comunque oppure vi applaudiranno solo in caso di vittoria finale? Lo sa che le piazze con i maxi schermi erano piene di giovani che facevano il tifo?

“Penso che i giovani vogliano vedere questo calcio. non un calcio difensivo ma propositivo e da questo punto di vista è più semplice convincere i tifosi, meglio se giovani, piuttosto che i critici. I critici vengono pagati per sollevare polemiche. La partita con l’Uruguay, ad esempio, è stata giudicata dagli esperti come una delle partite migliori in assoluto a livello europeo. Per me quella del gioco propositivo è l’unica strada da percorre. Non si può tornare indietro”

Tutti dicono che la finale sarà Germania- Spagna. E se fosse Italia- Portogallo?

“Il mio pensiero è tra un’ora, ai giocatori che posso recuperare, ai filmati che devo vedere per studiare i miei prossimi avversari. Non possiamo permetterci di fare troppi pensieri. Se pensiamo a tante cose diventa impossibile programmare”.

Finora hai cambiato spesso il modulo. Adatti il modo di stare in campo in base agli avversari. Contro la Germania rivedremo il 3-5-2?

“Dobbiamo analizzare bene. La Germania gioca con gli esterni avanzati, una punta centrale e una mezza punta. Dal pdv tattico, però, questo è l’ultimo dei miei problemi. Quando si parla di modulo, si parla sempre di modulo difensivo. Ieri contro l’Inghilterra noi abbiamo fatto 68% di possesso palla e non li abbiamo fatti ripartire. E’ questo quello che conta. Dobbiamo innanzitutto trovare la consapevolezza di fare la nostra partita. Dobbiamo rischiare, preferisco prendere un gol in contropiede piuttosto che stare lì a soffrire con un modulo difensivo”.

(Domanda a Venturati) La preparazione è stata impostata perché la squadra cresca via via?

“Non è un club. La prestazione di ieri è figlia di un ordine tattico e di 6 giorni di riposo che hanno giovato. Adesso è diverso. Per la Germania avremo molto meno tempo per prepararci”.

Non è il caso di mettere in discussione Cassano e Balotelli? Chi, tra Borini e Di Natale, può sostituire uno dei due?

“Le scelte che ho fatto sono per avere una continuità. i paragoni tra Di Natale e Borini non esistono perché sono due attaccanti troppo diversi tra loro. Ciò non toglie che fino alla finale ci sia posto per tutti. A parte Fabio (Borini, NdR) e Angelo (Ogbonna NdR) sono stati impiegati tutti. Anche cambiando l’assetto tattico, possiamo avere il comando della gara”

Parliamo di Antonio Cassano. Una condizione non al top forse lo condiziona. Questo Diamanti ti mette in discussione la titolarità di Antonio?

“La partita di ieri era difficile per i due attaccanti Mario e Antonio. Al primo avevo chiesto espressamente di tenere lontani i due centrali. Lui e Antonio hanno fatto quello che gli ho chiesto. Poi Antonio è andato al tiro tre volte, ha fatto due assist. Averne di giocatori di questa qualità per 40, 45 minuti. La nostra priorità, più che gli uomini, è soprattutto capire come affrontare le partite. Nel momento in cui capiremo come stare in campo contro la Germania, farò delle scelte”

Abbiamo l’attacco che segna meno tra le 4 semifinaliste. E’ un’involuzione?

“Tante volte basta un episodio per farti cambiare questi dati. ieri abbiamo creato tanto e se entrava un gol adesso magari stavamo dicendo che l’attacco va bene ecc. ma a me interessano i dati a fine gara. Quello che mi preme è arrivare nella zona nevralgica con la giusta determinazione”

Adesso c’è Italia- Germania. Che sensazioni le dà?

“Il mio primo ricordo è per quel famoso Italia- Germania 4-3, che per me è stata LA partita. La vidi con mio padre a 14 anni”

La gara di ieri è stata decisa dai calci di rigore. Come si scelgono i rigoristi?

“Sono scelte del momento. Marchisio, ad esempio, non se la sentiva di calciare e così ha calciato Nocerino ed è andata molto molto bene”

Adesso giovedì vi attende una semifinale durissima dopo una faticaccia come quella di ieri sera. Il calendario penalizza l’Italia contro una Germania che viene da uno stop lungo e rigenerante. Cosa ne pensa?

“Penso che l’Uefa dovrebbe tenere più presenti questi fattori. Bisogna che si conceda tempo di recupero uguale a tutte le squadre”

Tu hai detto: “ci manca poco per fare il definitivo  salto di qualità”. Adesso sembra che l’unica cosa che manchi in questa squadra sia migliorare la fase realizzativa. Sei d’accordo?

“Quando sviluppi gioco, un alto possesso palla ma non hai profondità vuol dire che hai qualche problema con il passaggio filtrante. Ci manca qualcosa nel ritmo dell’ultimo passaggio. dobbiamo migliorare i tempi di gioco. I tempi”

La stampa inglese ha speso parole importanti per Andrea Pirlo. I tabloid inglesi lo hanno definito “Il calciatore perfetto”, “Il pianista”. Cosa pensa Prandelli?

“Lui è uno dei migliori al mondo. Ha una continuità di gioco impressionante rispetto agli altri. La continuità che ha nei 90 minuti è straordinaria”

C’è stato un confronto tra lei e i giocatori dopo la gara?

“Tra una mezz’oretta ci vedremo e valuteremo il da farsi in vista della Germania”

Un suo parere sulla gara di Balotelli

“Lui è stato bravo. Ha giocato in mezzo ai due difensori centrali come gli avevo chiesto e m’è piaciuto molto. E’ stato molto ordinato. Forse gli è mancato quel pizzico di lucidità sotto porta ma per me la sua è stata una gara molto molto sufficiente”

Ieri eri contento dei dati a fine gara ma nessun gol nei 120 minuti di gioco. Cosa manca avanti? Manca un bomber?

“Sono episodi. Se entra il tiro di De Rossi oppure quello di Balotelli diventa tutto un altro discorso”

Adesso si dice che Prandelli ha riportato la gente nelle piazze. C’erano molti giovani a vedere la gara, lo sa?

“La gente guarda la partita e capisce se la squadra sta facendo il massimo oppure no. Noi stiamo facendo il massimo e si vede. E’ questo che piace alla gente. Non siamo venuti qui col braccino corto, ma per giocarci le partite alla pari”

Negli ultimi anni, la Germania è cresciuta tantissimo ed un gruppo già forte come quello del 2006 è diventato, dicono, quasi imbattibile. Cosa ne pensi?

“Dal 2006 ad oggi, la federazione tedesca è salita a 17 centri federali, noi ne abbiamo solo uno. Questo la dice lunga su quanto valore diano i tedeschi ai settore giovanili”

Cosa pensa dell’esperienza di Luís Enrique alla Roma?

“La Roma, con i suoi giocatori in rosa, forse non era ancora pronta a quel tipo di calcio. Però adesso ha preso un vero maestro del gioco d’attacco. Mi sembra un segnale di continuità verso un calcio più spettacolare”

Cosa si è detto con Buffon a fine gara?

“Quello che ci siamo detti io e Gigi resta fra me e Gigi”

Sei tornato con la difesa a quattro contro gli inglesi. Lo hai fatto per ristabilire la tua logica di gioco oppure per adeguarti all’avversario?

“Dopo la sconfitta contro la Russia in amichevole, abbiamo fatto una discussione piuttosto cruda che, però, andava fatta per crescere. Poi abbiamo avuto qualche infortunato, vedi Chiellini, ed ho provato De Rossi nel ruolo di centrale perché mi serviva un giocatore in grado di pressare ma anche di impostare da dietro l’azione. Molti avevano interpretato quella gara contro i russi come se fossero ancora coi rispettivi club, con la difesa a tre, a cinque. Da lì abbiamo provato alcune situazioni di gioco e finalmente abbiamo trovato la tranquillità con questo modulo. Continueremo a giocare a quattro anche con la Germania”