INTERNAZIONALI D’ITALIA. Parla il tennis

IL CORRIERE DELLA SERA. (G. Piccardi) Federer, la seconda giovinezza «Al top nello sport e come papà sono l’uomo più felice del mondo»

(getty images)

Roger FEDERER ha parlato a Il Corriere della Sera in una lunga intervista, di seguito un estratto:

A 1770 punti di distacco da Nole Djokovic (un titolo Slam ne vale 2000), in piena seconda giovinezza, quel trono che ha già frequentato per 285 settimane e che le appartiene per diritto divino sembra di nuovo a portata di racchetta, Roger.
«A dire il vero è più un desiderio altrui, che mio. Il pensiero di tornare numero uno mi dà una vibrazione positiva ma di certo non è un chiodo fisso. Però è un bel cambiamento se penso che l’anno scorso, di questi tempi, mi veniva chiesto come ci si sente a scendere in classifica e se avrei mai più vinto un grande torneo in vita mia…!».
Dopo 16 titoli Slam, l’oro olimpico individuale è uno dei rarissimi traguardi che le mancano. Londra 2012 sarà l’occasione giusta?
«Il fatto che, rispetto a una volta, i top players partecipino ai Giochi la dice lunga su quanto io, Nadal e Djokovic teniamo al torneo olimpico. Sono felice, a poco più di 70 giorni da Londra, di essere ancora in forma e competitivo per ambire all’oro». […]
Sta dicendo che a Rio de Janeiro 2016 ci lascerà orfani?
«Sto già pensando al calendario dell’anno prossimo: non voglio giocare troppi tornei, ma quelli giusti. Non è più una questione di quantità, ormai… Nel 2013, quindi, ci sarò di sicuro. Poi valuterò anno per anno, senza pressione e senza fretta. Voglio essere certo di prendere le decisioni giuste e non è affatto impossibile che io sia ai Giochi di Rio. Ma la fine non mi fa paura, soprattutto con una famiglia».
C’è qualcuno, oggi, che la ispira almeno la metà di quanto lei ispiri chi gioca a tennis?
«Ho incontrato tutti i miei eroi dello sport: a questo punto della mia carriera non sono in cerca di modelli, li inseguivo di più quand’ero ragazzino».
Chi ha carisma, secondo lei?
«I numeri uno: Tiger Woods, Michael Schumacher, Valentino Rossi… Gli ex campioni del mio sport: Laver, Becker, il mio idolo d’infanzia Sampras. Muhammad Ali e Mandela».
Cos’ha di così speciale Valentino, ai suoi occhi?
«Quando l’ho visto correre all’Estoril non potevo credere che in curva piegasse così tanto, che prendesse rischi così alti. Valentino è un fuoriclasse sulla breccia da tanti anni e forse questa longevità ci accomuna. Adoro il suo spirito, la sua ironia, il suo modo di fare. E oggi continua anche se non è più il dominatore incontrastato, anche se deve fare a spallate con i giovani tutti i giorni. Non molla, ecco. E io, per questo, lo rispetto moltissimo».
Ha conosciuto Simoncelli?
«No, ma dopo la tragedia di Sepang ho scritto un messaggio a Valentino».
Cos’ha scoperto di sé che già non sapesse, attraverso la paternità?
«Oh, un mondo di cose. Non sapevo nulla di bambini, prima di averli. Poi, un giorno, ti mettono in braccio due creature, e tu sei loro padre. Tutto cambia in quel preciso istante: priorità, esigenze, routine, vita. Non finirò mai di ringraziare Mirka per il tempo e l’amore con cui accudisce Myla Rose e Charlene Riva, permettendomi di rimanere concentrato sul tennis. E viaggiare con due bimbe piccole è una bella sfida: le mie necessità non vengono più per prime». […]
Roger, le manca qualcosa?
«Nulla. Ho il mio tennis, le mie figlie, mia moglie, e il privilegio di essere ancora una figura centrale nel mio sport. Parlavo con Carlos Moya (ex n.1 spagnolo, ndr), l’altro giorno, e mi diceva che oggi si rammarica di non essere diventato padre quando ancora era professionista. In effetti devo ammettere che quando torno dall’allenamento o dal match e trovo le bimbe che mi aspettano per giocare, non vorrei cambiare nemmeno una virgola della mia realtà».
Complimenti per la dedizione e il talento con cui se l’è costruita.
«Sono fortunato, e grato: devo ringraziare moltissime persone intorno a me che mi permettono di essere un tennista di alto livello godendomi la famiglia. Ecco, riuscire ad essere il n.2 del mondo e un buon padre oggi è forse l’emozione più grande».
Un ottimo motivo per allargare la famiglia.
«Chi lo sa, mai dire mai… Al momento siamo molto felici così, ma magari tra un po’…».