CORRIERE DELLO SPORT. Maxi Lopez: «Milan, prendimi e vinciamo tutto»

CORRIERE DELLO SPORT. Maxi Lopez: «Milan, prendimi e vinciamo tutto»

L’attaccante del Catania parla di un possibile futuro in rossonero

(getty images)

Il Milan è alla ricerca di un attaccante che sostituisca Cassano. L’idea porta a Catania, dove c’è Maxi Lopez. Il Corriere dello Sport intervista il giocatore argentino per sentire le sue sensazioni. Buongiorno Maxi, ma cosa le sta succedendo qui a Catania? «Non gioco quanto vorrei, ma rispetto le scelte del mister». All’orizzonte, già per gennaio, potrebbe esserci il Milan. «E’ una grande gioia per me, cresciuto a Buenos Aires, guardando la Serie A e ammirando il Milan».

Maxi Lopez ci sta pensando? «Sì, se c’è l’interesse del Milan e il Catania è disponibile io mi sento pronto a sfruttare l’opportunità». Ibra è molto esigente in campo. «Ho giocato al fianco di Eto’o, eravamo perfettamente compatibili. Sono pronto ad accettare questa grande sfida».

Che cosa l’affascina del Milan? «La grande organizzazione di questa società e l’opportunità di avere un posto in questa squadra, a maggior ragione dovendo sostituire un grande campione come Cassano. E’ una responsabilità che mi vorrei prendere». Se la sente di fare una promessa a Zlatan Ibrahimovic? «Sì, se verrò al Milan farò di tutto per aiutarlo a vincere la Champions, se la merita».

Ibra sembra disposto a restare in maglia rossonera per almeno 4 anni… «Be’, se hai la fortuna di giocare nel Milan o nel Barcellona fai la casa lì». Ma Ibrahimovic non è forse un po’ esagerato in certi suoi atteggiamenti? «Ibra non ha filtro, quello che sente dice. Può piacere o no. Se non si trova bene in un posto se ne va. Ma dove va vince, è uno dei campioni più forti nella storia».

Si presenti ai tifosi del Milan: un pregio e un difetto. «Davanti alla porta mi sento a casa mia, fare gol è il mio lavoro, il mio mestiere. Cercare la giocata lontano dall’area di rigore mi riesce un po’ meno». Maxi Lopez ha anche il passaporto italiano… «Sì, è vero…» Semmai dovesse chiamarla Prandelli? «Ci penserei, per me sarebbe un onore».