MILAN. Aquilani: «Milanello è il paradiso. Resto legato alla Roma, ma è il passato»

MILAN. Aquilani: «Milanello è il paradiso. Resto legato alla Roma, ma è il passato»

Il centrocmapista rossonero domani affronterà la Juventus, sua ex squadra

(getty images)

Domani sera un big match chiuderà la sesta giornata: Juventus-Milan. Alberto Aquilani in estate è passato in rossonera, ma lo scorso anno militava nel club torinese. Il centrocampista ex Roma si racconta a Il Corriere dello Sport alla vigilia della sfida di domenica.

«Milanello è un po’ il paradiso calcistico ita­liano. Ci sono i presupposti per stare bene, per vivere bene». Come mai? «Perché ti fanno giocare, questo è il posto ideale per giocare al calcio».  Aquilani ha chiesto un parere a qualcuno prima di indossare la maglia rossonera?  «No, ma tutti i giocatori che sono stati nel Mi­lan ne hanno parlato sempre molto bene an­che se non sono stati fortunati a livello perso­nale. Evidentemente c’è un valido motivo…».

Dimenticata la Roma?  «Non è stata una tragedia: avevano bisogno di vendermi e io ho avuto un’opportunità im­portante ». La romanità?  «Io sono e resto romano, legato alla mia città e alla mia società. Su questo non ci sono dub­bi ». Aquilani, qui al Milan ha subito detto «non sono Pirlo!». «Esatto: io e Andrea ci siamo scambiati le squadre, ma si è trattato di una semplice coincidenza».

Via dalla Roma due stagioni nella penombra di Liverpool e Torino.  «La mia carriera stava attraversando un mo­mento delicato. Sono andato a Liverpool con­vinto che fosse la scelta giusta. Poi, andato via Benitez, i miei progetti non si sono più realizzati».
Cosa non è piaciuto ad Aquilani di Liverpool?  «Purtroppo ho giocato poco, il tempo era spesso brutto, ambientarmi è stato difficile perché lì si vive in modo diverso». Tutto sommato… «… E’ andata bene, ho imparato anche una lingua importante. Il mio bilancio è stato po­sitivo ».  E la Juve?  «A Torino ho ancora parecchi amici. Ringra­zio la società perché mi ha dato la possibilità di giocare con continuità, di tornare in Na­zionale e di essere di nuovo fisicamente inte­gro ».

Adesso come sta Aquilani? «Bene, ma è già da tempo che sono in queste condizioni».  Eppure qui al Milan non si sono fidati. Per il riscatto ci vogliono almeno 25 presenze.  «No, questa clausola non mi ha dato fastidio. Mi è stata offerta questa opportunità e l’ho accettata». La scorsa estate è stata ricca di colpi di sce­na.  «Il Liverpool aveva richiesto 16 milioni di eu­ro per il riscatto alla Juventus che non vole­va spendere questa cifra». Aquilani se fosse stato possibile sarebbe tor­nato volentieri alla Juventus? «Ho dei bei ricordi perché eravamo un bel gruppo e sono stato bene».

Il Milan quando è arrivato?  «Due giorni prima della conclusione dell’af­fare. Io ero a Liverpool, la Juventus ha tenta­to un riavvicinamento, ma non c’è stato nien­te di concreto». Aquilani ci ha rimesso del suo per convince­re il club di via Turati. «Il Liverpool voleva tanti soldi anche dal Mi­lan, la situazione era difficile ma ho fatto di tutto per risolverla nel migliore dei modi».

Ibra?
 «Non dovevo certo scoprirlo io. Secondo me è l’unico attaccante che in Italia fa la diffe­quilani, può vincere le partite da solo».
Meglio Ibra o Torres?
  «Sono due attaccanti diversi. Fernando è sta­to sfortunato, ma se sta bene è uno dei miglio­ri in circolazione».

Rimpianti, patimenti, pentimenti? «No, sono molto soddisfatto delle scelte che ho fatto».