INTER. Branca: “Non volevamo cedere Eto’o”

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A margine delle conferenze stampa di presentazione di Poli e Zarate, il responsabile dell’area tecnica nerazzurra Marco Branca si è soffermato con i cronisti presenti, tornando sul mercato: “Sono convinto che Sneijder resterà contento. Sul fatto che ci siano interessamenti e nessuna offerta e trattativa di, può far piacere a lui e a noi, perché certifica la bontà del suo e del nostro lavoro. Tevez? La valutazione confermata a più riprese è sempre stata di 45 milioni, non è mai stato possibile. Kucka? Ci fa piacere che faccia un bel campionato nel Genoa, confermando e stabilizzando le sue doti fisiche e tecniche. Bilancio del mercato? Non conta, bisogna essere soddisfatti della stagione sportiva. Di sicuro siamo soddisfatti delle soluzioni trovate, seguendo una linea rigida che ci siamo prefissi. Perché Zarate e non Palacio? Per una scelta tecnica e di opportunità. Il mercato ha dato il segnale di una certa sconfitta del nostro sistema, che non dipende dalle grandi squadre ma proprio da un sistema che non permette di essere competitivi dal punto di vista degli introiti. Ciò penalizza noi nella programmazione, voi giornalisti perché cavalcate anche il fatto che i grandi vadano via, e credo che sia motivo di riflessione. Bisogna darsi una svegliata perché è uno sport sociale e popolare, non  vedo perché dobbiamo penalizzarci da soli. L’operazione Eto’o sfiora i 100 milioni di euro, oggi bisogna fare anche ragionamenti sui conti. Lui è un grande bomber di 30 anni che sportivamente nessuno voleva cedere, lui voleva continuare nel calcio che conta ma si ha reso conto che aveva di fronte un contratto pazzesco. Da amici e da compagni di viaggio che hanno condiviso grandi vittorie, abbiamo trovato insieme una soluzione che è stata la più giusta per lui e per noi. Dal punto di vista sportivo, non è tanto l’Inter che l’ha ceduto ma è un sistema che è indietro. Dell’italianizzazione non ci è mai importato più di tanto, anche se ci è sempre piaciuto trovare un grande talento. Dobbiamo essere per forza attenti alla linea del monte ingaggi e siccome abbiamo circa 40% meno di possibilità di introiti rispetto alle big d’Europa, se non ci sono possibilità credo che sia doveroso rispettare certi parametri che permettono l’iscrizione alla Champions League”.