CALCIO. I funerali di Morosini- LIVE

La cerimonia in diretta da Bergamo (BergamoTV)

(Getty Images)

ore 10:20- nella parrocchia San Gregorio Barbarigo di Monterosso, tutto il mondo del calcio partecipa alla cerimonia dei funerali di Piermario MOROSINI

La prima fila è riservata ai parenti più stretti, tra cui la ragazza di Piermario, Anna Vavassori

Sciarpe e gagliardetti di tutte le squadre di serie A e B sono stati adagiati accanto al feretro di Piermario. Sul feretro, le ultime due maglie di Mario: la numero 25 del Livorno e la numero 8 dell’Atalanta.

Allestiti tre maxischermi allo stadio per assistere alla cerimonia.

Il comune di Bergamo ha deciso di chiamare la curva sud Curva Piermario Morosini.

Tra i presenti, non poteva mancare Antonio Percassi, Presidente dell’Atalanta, che ha preso in affidamento Maria Carla, la sorella malata di Piermario. Un gesto nobile. Accanto a Percassi, il ds Pierpaolo Marino.

ore 10:44- arriva Donadoni, altro ragazzo di Zingonia

ore 10:57- arriva Damiano Tommasi

ore 11:00- inizia la messa. Le prime parole del parroco: “Mario nel cuore…”

Si alternano interventi accorati:

Splendido intervento di Don Luciano Manenti, guida spirituale e amico di Mario: “Dolce amico mio, timido compagno mio, ripartiamo da te e dalla tua bellissima vita in mezzo a noi, per la quale siamo qui a dirti grazie, ma saresti tu il primo a dirci che questo grazie va girato alla gente che ti ha cresciuto e quindi alla tua mamma, al tuo papà, al Franci e alla MariaCarla. Senza di loro tu non saresti tu e noi non saremmo noi oggi. Tu non sei venuto dal niente. Non sei un prodigio strano, che non si possa cogliere o capire e che non si possa riprodurre nella nostra storia e nella storia dell’umanità. Tu sei venuto dalla terra. Da una terra semplice dove la santità non è eccezionale, ma la santità è normale. La fede è una cosa per uomini (pausa) normali…”. “Un giorno gli ho chiesto: Mario, ma tu di fronte alla tua vita… E lui: di fronte alla mia vita io ho più grazie da dire che recriminazioni da fare. Ho capito in questi giorni che Dio è la creatura più disarmata dell’Universo. Dio è nelle Creature capaci di pace, di pacificare, come lui”. E ancora: “Non ci sarà mai nessuna pasqua se uno non accetta la bellezza della propria fragilità”.

Parroco di Livorno: “Grazie signore per avercelo donato. Poco ma intensamente. Livorno non dimenticherà Mario perché Mario, come cantano i tifosi, è uno di noi”.

Mariella Vavassori, madre di Anna, fidanzata di Mario: «Abbiamo perso un figlio e un fratello, il dolore è grande ma sappiamo che non ci vuoi tristi ma con il sorriso, quel sorriso che illuminava sempre il tuo viso. Ciao Mario, ti ringraziamo della presenza nella nostra vita. Ci hai insegnato tanto, hai reso i nostri cuori più veri e leali, liberi come eri tu. Ti ringraziamo per aver donato tanto tanto amore alla nostra Anna. Ti chiedo solo un favore, chiamami Mariella e non più signora, almeno quando mi chiamerai dal cielo».

ore 11:46- I presenti si avvicinano al parroco per ricevere l’ostia della comunione, mentre tre ragazzi con la chitarra intonano le note di Luciano Ligabue, uno degli artisti preferiti di Piermario. “Il giorno di dolore che uno ha”, “Non è tempo per noi”: questi i brani, accompagnati dagli applausi dei tanti giovani presenti.

ore 12:00- il ricordo del parroco di Monterosso, che loda il comportamento esemplare di giovani, volontari e forze dell’ordine in questi giorni. E su Mario dice: “Quando uno raggiunge i livelli professionali di Mario, si sente autorizzato a sentirsi uno, due, tre gradini sopra gli altri. Mario era anche odiato per questo. Lui era uno che ce l’aveva fatta, aveva una carriera luminosa davanti a lui. Eppure quando veniva qui a Monterosso era il Mario di sempre. Giocava a pallone con i ragazzini di sei, sette anni e aveva sempre un grande sorriso in volto. Portava un grande dolore nel cuore, ma aveva la gioia, la gioia del signore dentro di lui. Lui ce l’aveva, nonostante tutto il dolore. Giovani, portate nel cuore Mario come modello”

ore 12:11- fine della cerimonia. Il feretro esce sul sagrato accompagnato da un lunghissimo applauso.

 

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