Canoa, Antonio Rossi si candida: “Voglio dare una scossa”

Antonio Rossi, stella della Canoa italiana con 3 ori olimpici
Antonio Rossi, stella della Canoa italiana con 3 ori olimpici (getty images) SN.eu

NOTIZIE CANOA – E’ tempo di elezioni per la federazione italiana di Canoa e Kayak e il prossimo presidente potrebbe essere uno che ha scritto pagine di storia indimenticabili per questo sport: Antonio Rossi. Vincitore di tre ori olimpici Rossi, oggi, è assessore allo Sport per la regione Lombardia “Una carica non in conflitto con quella di presidente della federazione” e ha annunciato così la sua decisione di candidarsi a prossimo presidente della federazione: “Ho deciso di candidarmi dopo i giochi di Rio, per dare una scossa alla Federazione, perché il nostro mondo sta rallentando, da Londra in poi non siamo stati brillanti. Penso che questa sia un’occasione per migliorare. In questi anni sono cresciuto a livello dirigenziale assicura. Non tutto è da buttare, alcune discipline sono andate bene, soprattutto gli under 23, dove il lavoro più grosso, però, lo hanno fatto le società. Bisognerebbe tornare ad ascoltare società e tecnici per farli crescere. Il presidente e i consiglieri federali non devono conferire con le scelte della struttura tecnica. Io garantirò il metodo meritocratico, gli atleti devono invece garantire l’umiltà. Voglio garantire più visibilità, Susanna Cicali ha appena vinto a Cagliari gli Europei di Surf Ski, rendiamole il giusto merito con una comunicazione più strutturata”.

Così invece sulla decisione del sindaco di Roma di fermare la candidatura olimpica per il 2024: “La Raggi è stata scortese. Malagò è il numero uno dello sport nazionale e credo che l’Italia abbia fatto un’ottima figura a Rio. Si parla sempre di sport come esempio e quando sul pratico si fa aspettare 40 minuti e passa un presidente. La candidatura? Credo che il Coni dovrebbe portare avanti la candidatura alle Olimpiadi nonostante il no di Roma. La Raggi non poteva dire di no, il Coni le dava carta bianca su qualsiasi cosa, il Governo dava copertura finanziaria. Coni e Comune Roma non potevano dire di no, al massimo era il Governo che poteva tirarsi indietro”.