Uno studio ha analizzato profondamente le cause per le quali le cellule cerebrali possano deteriorarsi nel tempo: ecco quali sono i motivi

Non solo le rughe e i capelli bianchi. Con l’avanzare dell’età qualunque parte del nostro corpo invecchia e i sintomi, anche se non visivamente, si riconoscono. E’ appurato, infatti, che anche il nostro cervello, con il passare del tempo, deve avere a che fare con l’invecchiamento. Questo avanzamento dell’età delle cellule cerebrali si manifesta con un rallentamento delle funzioni cognitive. Il processo è causato da un insieme di vari fattori, che si intrecciano con cause genetiche e con altri motivi che riguardano prevalentemente lo stile di vita. Ma andiamo a vedere nel dettaglio quali possono essere le cause principali.
Gli studi su come invecchia il cervello

Provare a capire come invecchia il cervello è sicuramente uno degli argomenti principali su cui si rivolgono alcuni importanti studi. Da anni ormai gli studiosi sono al lavoro costante per capire cosa provoca un invecchiamento più rapido delle cellule cerebrali e che stile di vita bisogna sostenere per rallentare questo processo. Un recente studio pubblicato su Nature, finanziato negli USA dai National Institutes of Health, ha mostrato come alcune tipologie di cellule cerebrali subiscono importanti cambiamenti nell’attività genetica come conseguenza dello scorrere del tempo. La ricerca, allineandosi ad altri lavori recenti, ha evidenziato come il digiuno intermittente, una dieta equilibrata o la restrizione calorica possono influenzare o forse aumentare la durata della vita.
Il collegamento tra dieta e invecchiamento del cervello

Secondo la ricerca, quindi, esiste un collegamento tra dieta e invecchiamento del cervello. Nei cervelli anziani l’attività dei geni associati all’infiammazione cresce, mentre quella dei geni correlati alla funzione e alla struttura neuronale diminuisce. I cambiamenti più significativi sono stati riscontrati in alcuni tipi di cellule che si trovano vicino al terzo ventricolo dell’ipotalamo e in neuroni noti per il loro ruolo nell’assunzione di cibo. Per questo è emersa una possibile connessione tra dieta, fattori legati allo stile di vita e l’invecchiamento del cervello.
Quali possono essere le potenzialità
Osservando i dati raccolti i ricercatori hanno capito che da un lato l’invecchiamento aumenta l’attività dei geni associati ai sistemi infiammatorio e immunitario del cervello, dall’altro si assiste a una diminuzione dell’attività dei geni associati ai circuiti neuronali. L’attenzione si è così concentrata sul terzo ventricolo un condotto che consente al liquido cerebrospinale di passare per l’ipotalamo, quest’ultimo produce ormoni che controllano i bisogni base del corpo tra cui la sete, la fame e il sonno. Le cellule che rivestono il terzo ventricolo e i neuroni adiacenti nell’ipotalamo presentavano i cambiamenti più significativi con l’avanzare dell’età. Aver identificato questo potenziale punto caldo legato all’invecchiamento del cervello, è utile per concentrare gli studi futuri su queste cellule e elaborare delle terapie correlate all’età provando a prevenire potenziali malattie neurodegenerative.