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Fuoricampo

Il dramma del campione, il tunnel dell’alcol: “Avrei potuto uccidere”

Rooney, l’ex campione e oggi allenatore ha partecipato all’anteprima del documentario a lui dedicato: l’aneddoto dei tacchetti appuntiti

Getty Images

Nato a Liverpool nel 1985, il giovane Wayne Rooney è un calciatore dell’Everton, la seconda squadra della città dei Beatles, quando comincia a far parlare di sé.

Partecipa all’Europeo in Portogallo nel 2004, quello vinto contro ogni pronostico dalla Grecia, che ha appena 19 anni. Un palcoscenico importantissimo che lo fa apprezare da molti. Il Manchester United aveva però già messo gli occhi addosso e lo acquista. È già noto per quel gol a 16 anni contro l’Arsenal che non perdeva da trenta partite.

Più che una giovane promessa, è già quasi una certezza ma come purtroppo sempre più spesso succede, dietro alla gloria del successo si nascondono dei diavoli e non sono ‘rossi’ come sono soprannominati i calciatori dello United ma uno in particolare e si chiama alcol. Tra i calciatori inglesi più amati, l’ex attaccante è oggi l’allenatore del Derby Countrym.

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Wayne Rooney, in campo con i tacchetti appuntiti

Getty Images

Avrebbe potuto uccidere, ha detto in occasione dell’anteprima del documentario di Amazon Prime che porta il suo nome, o avrebbe ucciso sé stesso.

La fama se mal gestita da un giovane può essere pericolosa. Ha ricordato proprio Euro 2004 quando nonostante la giovane età pensava di essere il calciatore più forte del mondo. Dall’altra parte avrebbe potuto avere di fronte a che Pelè, Maradona o Best, ha dichiarato, nulla aveva importanza, era convinto della sua forza.

Nelle immagini che andranno in onda e che lui stesso ha presentato si racconta di tutto, dell’addio particolare con il Manchester, dei tradimenti alla moglie Coleen e delle bevande che tanto male gli hanno fatto e che ad altri avrebbero potuto recare danno ancora maggiore.

Ma con il tempo, per fortuna, si è convinto anche che era arrivato il momento di farsi aiutare, per salvarsi e per il bene della sua famiglia.

La serie ripercorre anche gli anni precedenti all’esordio in Premier quando da ragazzino faceva a botte con chiunque, risse sempre causate dall’alcol, sempre con una bottiglia tra le mani e il pallone tra i piedi.

Spazio anche per un aneddoto. Quando nel 2006 il Chelsea di Muorinho diventa campione d’Inghilterra svela che scese in campo con i tacchetti appuntiti, riservati per un avversario in particolare. Nomi non ne fa ma l’eventuale ‘vittima’ emerge comunque.

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Su Twitter suo ex compagno di nazionale John Terry, che terminò quella gara con le stampelle, ha chiesto se quel trattamento speciale fosse per lui poiché aveva dimenticato i tacchetti sui suoi piedi.

Giuseppe