Scelte tattiche, derby e tracollo finale: Milan, ecco tutti gli errori di Gattuso

Gennaro Gattuso
Gli errori di Gattuso

Milan e Gattuso, siamo al capolinea. Dopo Torino, il club rossonero ha deciso di confermarlo fino al termine della stagione. Più per mancanza di alternative che per altro. Ma a giugno sarà inevitabilmente addio.

Mancano quattro gare: le possibilità di finire quarti ci sono ancora, ma adesso il Diavolo non dipende più da se stesso. In ogni caso, il divorzio con Rino è già certo. Sarà difficile scegliere un sostituto: Antonio Conte va verso la Roma, Sarri vuole rimanere in Premier e Pochettino ha smentito qualsiasi voce. Si fanno i nomi di Eusebio Di Francesco e Marco Giampaolo, ma per il momento restano soltanto ipotesi. Senza dimenticare Arsene Wenger, uomo di fiducia di Ivan Gazidis con cui ha condiviso dieci anni di lavoro all’Arsenal.

Insomma, sarà una scelta difficile per Leonardo e Paolo Maldini. Ma Gattuso merita sicuramente l’esonero: ha sbagliato tante cose, per poi crollare in maniera definitiva in questo mese e mezzo. Nelle ultime sei partite, il Milan ha racimolato soltanto cinque punti, più l’eliminazione dalla semifinale di Coppa Italia per mano della Lazio. Il Frosinone, squadra già retrocessa in Serie B, ne ha fatti sei. Un dato inequivocabile e inammissibile per una squadra che lotta per il quarto posto e quindi per la Champions League.

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Ma gli errori di Gattuso riguardano anche i mesi scorsi. Aveva iniziato l’anno con uno stile preciso: costruzione del gioco dal basso, palleggio e armonia. E piaceva molto, nonostante le difficoltà difensiva e quelle di Gonzalo Higuaìn, servito sempre poco e male. Influenzato probabilmente dai media e dalla società, per risolvere è passato ad un 4-4-2 senza né capo e né coda. Il problema del gol non lo ha mai risolto, solo qualche piccolo miglioramento della fase difensiva. Nel frattempo usciva dall’Europa League contro avversari del calibro di Real Betis e Olympiacos. Inaccettabile.

Fra dicembre e inizio gennaio il caso Higuaìn, non dipeso da lui. Anzi, mediaticamente è stato molto abile a gestire una situazione intricata. Poi gli arrivi di Piatek e Paquetà e il ritorno al 4-3-3. Che ha dato i suoi frutti nella prima parte del girone di ritorno: il Milan a marzo è riuscito addirittura a scavalcare l’Inter al terzo posto e vincere 2-0 contro il Napoli ai quarti di Coppa Italia. Poi il derby, il momento della svolta della stagione rossonera.

Con una vittoria contro i nerazzurri del 17 marzo, il ‘Diavolo’ avrebbe allungato sui rivali e sulle altre contendenti alla Champions. Gattuso e i suoi venivano da cinque vittorie di fila, mentre l’Inter era in crisi ed era appena uscita dall’Europa League. Risultato? 3-2 in favore del Biscione e una prestazione negativa. Da lì in poi, il tracollo totale. Il tecnico rossonero ha perso completamente il controllo della situazione: sia sul piano psicologico – la squadra non si è mai scrollata di dosso gli strascichi del derby – sia su quello tattico, con ancora modifiche (senza senso il 3-4-3 contro la Lazio in coppa) fino all’esclusione di Piatek – l’unico a segnare almeno due gol nel 2019 – nella partita più importante dell’anno.

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