ESCLUSIVO/ O. Bianchi: “Roma, situazione da provinciale. Napoli, prendi Cavani. Inter, con Marotta puoi vincere”

Ottavio Bianchi

Di Paolo Ficara

Ottavio Bianchi, allenatore del glorioso Napoli del primo scudetto, si concede in ESCLUSIVA alla redazione di Sportnews.eu a poche ore dal match tra i partenopei e la Stella Rossa. Non manca anche un’analisi su altre due big allenate in Italia, come Roma ed Inter, anch’esse impegnate in Champions League.

 

Ormai Roma, sponda giallorossa, è piazza sempre più pressante verso l’allenatore di turno. Di Francesco è a rischio?

“Bisogna vedere cosa si sono detti, a proposito degli obiettivi da raggiungere. Gli acquisti, le cessioni. Sono sempre per dare tranquillità all’allenatore, capisco che in certe piazze non sia così. Si tratta di squadre molto seguite dal proprio pubblico, ma non vincenti. In tutte le squadre di livello europeo c’è una organizzazione solidissima, in cui le capacità di vittoria non oscillano da un anno all’altro. A Roma bisognerebbe uscire da una situazione provinciale, in cui è più importante vincere il derby”.

Quindi si può dire che l’organico giallorosso è indebolito, rispetto alla passata stagione?

“Quando ci sono dei cambiamenti, si pagano. Specie se dai via dei giocatori importanti. Sostituirli non è facile. I dirigenti avranno calcolato lo scotto, nel cedere gente solida. Ci vuole pazienza, non si può pretendere tutto e subito”.

 

In Champions, rispetto al campionato, si vede maggiormente la differenza tra le gestioni Ancelotti e Sarri nel Napoli?

“Ancelotti ha lavorato bene da tutte le parti. Sarri ha lavorato bene a Napoli, anche se i risultati non ci sono stati in termine di vittorie di trofei. Quando si continua a frequentare le zone alte, prima o poi il successo arriva. Adesso si tenta ciò che non è arrivato con gli allenatori precedenti, altrimenti avrebbero tenuto Sarri. Ha esperienza internazionale, ogni allenatore usa i propri metodi. Sarri gioca con 13 giocatori, Ancelotti ruota tutta la rosa. Finora i risultati danno ragione ad Ancelotti, non quest’anno ma nell’arco della sua professione. Poi, per ruotare i giocatori, bisogna averli tutto allo stesso livello. Al mio paese dicono che la polenta, o la giri a destra o a sinistra, sempre polenta è”.

 

Vedrebbe di buon occhio un ritorno di Cavani?

“I buoni giocatori fanno sempre piacere, a prescindere dal carattere. Bisogna vedere come viene, in quali condizioni fisiche, la mentalità e se sono contenti dell’ingaggio. Questi calciatori ormai sono delle aziende. Fatturano milioni, sono legati a situazioni ambientali, familiari e fisiche. Un giocatore non è una macchina. Il discorso tattico è sminuito: quando un calciatore è bravo, gioca ovunque”.

 

L’Inter può arrivare in fondo sia in campionato che in Champions?

“Sicuro. Se non arrivano, è un insuccesso. A meno che ogni volta non si cambi dichiarazioni, come in politica. All’inizio dell’anno, hanno detto tutti che l’Inter deve entrare tra le prime quattro in campionato. In Champions League si può inserire qualsiasi squadra. Barcellona, Manchester United e Bayern sono in crisi. Mai quest’anno, credo che in semifinale possa arrivarci un outsider”.

 

Come potrebbe essere accolto Marotta?

“I manager, come le società, contribuiscono a fare bene. Se hanno rispetto dei ruoli, fanno benissimo. Se cominci ad avere dei bravi manager, bravi tecnici o bravi giocatori, puoi iniziare a vincere qualcosa”.

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