TOUR DE FRANCE. Le pagelle della diciannovesima tappa. Contador una spanna sopra agli altri, Cunego alla grande

(Foto Getty Images)

ALBERTO CONTADOR 9 – Le stigmate del campione non rappresentano l’approdo di un percorso di sofferenza. Sono un simbolo che la natura destina a pochi eletti. In 109 chilometri ha provato a ribaltare il Tour, con quattro attacchi degni delle cartoline ricordo di questa edizione della Grande Boucle. Non ci è riuscito, ma gli va dato merito di aver lasciato un’impronta prima di arrendersi definitivamente.

PIERRE ROLLAND 8 – Voeckler alza bandiera bianca e lui sfrutta la libera uscita come meglio non potrebbe. A 24 anni trionfa sul Moloch della corsa a tappe transalpina lasciandosi alle spalle autentici mostri sacri. La parabola della Europcar ricorda tanto quella della Csf al Giro del 2008. Sperando che l’epilogo sia migliore.

ANDY SCHLECK 7,5 – Marca a uomo Contador dimostrando di aver recuperato dalle fatiche del Galibier. Compie la missione di strappare la maglia gialla dalle spalle di Voeckler ma rischia grosso di cederla domani. I 53’’ dal fratello e – soprattutto – i 57’’ da Evans sembrano onestamente pochi, specie considerando i 2’ pagati all’australiano nella crono conclusiva del 2008. Se riuscirà ad andare forte come un anno fa contro Contador, potrà difendersi. Visti i miracoli delle ultime 24 ore, nulla gli è precluso.

CADEL EVANS 7 – Il più continuo e il più tenace, continua l’inseguimento alla maglia gialla cercando accordi improbabili con chiunque una volta perse le ruote di Contador per un guaio meccanico. Domani potrà giocarsela nell’esercizio a lui più congeniale ma i precedenti del 2007 e del 2008 mettono i brividi. Riuscirà finalmente a dimostrare sangue freddo?

FRANK SCHLECK 5,5 – Ieri aveva speso meno di tutti, oggi è stato il primo a perdere il contatto da Contador sul Telegraphe e il meno appariscente lungo le rampe dell’Alpe d’Huez. Risale in seconda posizione ma sembra in flessione. Era secondo anche nel 2008 prima della cronometro conclusiva. Allora finì quinto, stavolta almeno il podio sembra alla portata.

THOMAS VOECKLER 4 – Come la posizione nella quale scivola dopo dieci giorni in maglia gialla. Sia chiaro: la sconfitta era inevitabile ma le modalità potevano e dovevano essere diverse. Il francese scopertosi uomo da grandi corse a tappe esagera, resta a bagnomaria da solo, si cucina a puntino e viene azzannato sull’Alpe d’Huez. Con un minimo in più di sagacia tattica sarebbe rimasto con Evans e stasera avrebbe chiuso gli occhi sognando il podio.

DAMIANO CUNEGO 7 – L’Alpe d’Huez gli ricorda il secondo posto del 2006 e a tre chilometri dall’arrivo cerca la stoccata. Non è più esplosivo come nel 2004 ma rispetto ad allora ha un’intelligenza tattica diversa. Corre sulle ruote degli altri e conserva il quinto posto, risultando tra i migliori in salita. Un altro mattoncino nel percorso di (ri)costruzione dell’atleta.

IVAN BASSO 4,5 – Svuotato nell’ultima settimana. Il problema non erano le discese, visto che Ivan il Terribile si perde nei meandri del gruppo già sul Galibier. Szmyd lo “salva”, ma la classifica è andata e sarà impossibile migliorare l’ottavo posto.

SAMUEL SANCHEZ 6,5 – Terzo podio di tappa su quattro arrivi in salita. Torna settimo in una classifica nella quale paga una cronosquadre deficitaria e la caduta nella quale è rimasto intoppato nella prima tappa. Come sui Pirenei perde smalto dopo la flame rouge: Rolland non è Vanendert e lo beffa.

Marco Ferri