Dieta del digiuno intermittente: varianti, benefici e controindicazioni

Il digiuno intermittente, altrimenti noto come Intermittent Fasting o come dieta intermittente, è nella sua accezione generica un regime alimentare che si caratterizza per la presenza di specifiche fasi di digiuno e fasi di alimentazione. È opportuno chiarire fin da subito che non ci si riferisce a una forma di digiuno particolarmente prolungata che determina uno stato di malnutrizione, bensì a un’astensione dall’alimentazione per un arco temporale ben definito sufficiente a innescare alcuni meccanismi positivi per l’organismo.

dieta dello yogurt

Tipicamente, i modelli alimentari basati sul digiuno intermittente sono regimi ipocalorici e quindi hanno anche finalità dimagranti, ma secondo diversi studi il beneficio apportato da una dieta intermittente non è solamente relativo alla perdita del peso in eccesso (un effetto comunque molto positivo), ma anche al fatto che esso favorisce l’autofagia cellulare (anche autofagocitosi), meccanismo che a sua volta favorisce la rigenerazione cellulare, processo che consiste nel rinnovamento delle cellule dell’organismo con eliminazione degli elementi danneggiati o senescenti. Più questo processo funziona in modo ottimale, maggiore è il benessere generale.

Dieta intermittente: la variante DMD (Dieta Mima Digiuno)

Una nota variante della dieta intermittente è la Dieta Mima Digiuno, ideata dallo scienziato italiano Valter Longo.

La dieta digiuno intermittente schema settimanale nella variante DMD è basata sul programma ProLon, della durata di 5 giorni (i due giorni successivi sono quelli di ritorno graduale alla normale alimentazione). In sostanza l’utente riceve un box con 5 confezioni contenenti preparazioni a base di cibi crudi di origine vegetale. Ogni confezione è specifica per ciascuna delle 5 giornate della Dieta Mima Digiuno; gli alimenti sono zuppe, bevande, barrette, snack, integratori, infusi, concentrati per bevande.

La scelta di inserire nel programma soltanto cibi crudi vegetali è frutto di numerosi studi e trova giustificazione nel fatto che si tratta di alimenti con spiccate proprietà fitoterapiche, ricchi di fibre alimentari e di sostanze ad azione antiossidante oltreché essere ipocalorici.

La denominazione Mima Digiuno deriva dal fatto che questo protocollo è concepito in modo tale da simulare una condizione di digiuno; in altri termini; la speciale formulazione, risultato di molti anni di ricerche e test, “inganna” l’organismo e si innescano i meccanismi che caratterizzano il digiuno (in particolar modo la rigenerazione cellulare), anche se, di fatto, si stanno assumendo degli alimenti.

Dieta intermittente: il protocollo 16:8

Altra variante nota di dieta intermittente è il protocollo 16:8, altresì noto come metodo Leangains. Questa strategia alimentare richiede innanzitutto un ottimo stato di salute e anche una buona dose di buona volontà poiché prevede una fase di digiuno lunga 16 ore, che come facilmente si può immaginare può non essere sempre facile da gestire, soprattutto all’inizio. Nelle altre 8 ore della giornata si possono organizzare i pasti quotidiani. Questa finestra di 8 ore può essere scelta liberamente; l’opzione più comune è quella dell’intervallo 12:00 – 20:00, ma niente vieta di programmarsi diversamente (per esempio 13:00 – 21:00, o 14:00 – 22:00 ecc.). Le 16 ore di digiuno si riferiscono soltanto ai cibi solidi; è infatti necessario idratarsi correttamente.

Quali sono gli effetti collaterali delle diete intermittenti?

Come nel caso di tutti i modelli alimentari che innescano determinati meccanismi, soprattutto se ipocalorici, sono normali alcuni effetti collaterali, di solito abbastanza lievi e transitori, anche se le risposte dell’organismo variano da soggetto a soggetto. In linea generale il principale effetto collaterale è il mal di testa che può essere più o meno intenso a seconda dei casi; sono piuttosto comuni anche dolori muscolari più o meno diffusi.

Il soggetto inoltre può sentirsi più stanco e debole del solito (questo si verifica soprattutto nei primi due giorni, dopodiché si innesca spesso un meccanismo di adattamento). Altri possibili effetti indesiderati sono la dispepsia, la nausea e l’insonnia.

Le controindicazioni del digiuno intermittente

Tutte le diete che impongono restrizioni caloriche e/o fasi temporali in cui è necessario praticare il digiuno non sono esenti da controindicazioni; non è per esempio consigliabile praticare attività fisiche a medio-alta intensità; se ci si sente comunque in forma è possibile fare passeggiate o attività molto soft come lo yoga o il pilates.

Questi protocolli dietetici vanno poi evitati nel caso di donne in gravidanza o che allattano. Controindicazione assoluta anche nel caso di persone affette da diabete mellito.

È opportuno poi evitare di iniziare un programma dietetico ipocalorico quando si è affetti da una qualsiasi patologia acuta (per esempio un raffreddore o un’influenza); è consigliabile rimandare a quando si sarà del tutto guariti.