Indimenticabile Aristoteles: il brasiliano del film L’Allenatore nel Pallone nasconde un segreto incredibile

Protagonista insieme a Lino Banfi nella commedia-sportiva degli anni ’80 chi è il centravanti che salvò la Longobarda dalla retrocessione

Urs Althaus Aristoteles cinema calcio storia
Aristoteles-(Sportnews.eu)

LAllenatore nel pallone è un film che non ci stancheremo mai di vedere per il divertimento ed anche un po’ di rancore per quel periodo degli anni ’80 che mai più rivivremo per nostalgia ed anche spensieratezza.

Il film con protagonista Lino Banfi che interpreta Oronzo Canà tecnico disoccupato che poi allenerà la Longobarda è un mix di divertimento e rivincite come accade anche al centravanti Aristoteles trovato in un sobborgo di Rio De Janeiro.

La Longobarda per tutto il campionato non farà belle figure, ma poi ci penseranno il tecnico e l’attaccante brasiliano a salvare la piccola squadra.

Chi è Urs Althaus?

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Urs Althaus calciatore e modello-(Sportnews.eu)

Il film è del 1984 e tutti si ricordano oltre all’allenatore anche del presidente Borlotti, che ingaggia Canà per una veloce retrocessione visto che non dispone di moneta utile per una tranquilla salvezza in A.

Poi ci sono i due dirigenti-imbroglioni come Bergonzoni e Giginho interpretati dalla coppia Roncato-Sammarchi ed infine il centravanti brasiliano Aristoteles trovato da Oronzo Canà in un barrio della metropoli brasiliana.

Il vero nome di Aristoteles è Urs Althaus ed ora ha 68 anni e per i pochi che non lo sanno non è brasiliano bensì svizzero nato ad Herrliberg nel Canton Ticino.  La sua vita non è stata alquanto semplice è di origine nigeriana e non ha mai conosciuto il padre.

Ma ha saputo rimboccarsi le maniche, andando a studiare in Scozia a Glasgow ed ha avuto sempre una grande passione per il gioco del calcio. 

Calciatore e modello

Prima di interpretare la celebre parte dell’attaccante che realizzerà i gol che salveranno la Longobarda, Urs Althaus divenne anche un noto modello e fu il primo uomo di colore ad apparire sulla copertina del famoso mensile statunitense GQ, verso la fine degli anni ’70.

Quindi una carriera da modello che poi lo affacciò in quello del cinema grazie all’intuizione di Sergio Martino il regista che lo volle per il suo celebre film. Urs aveva davvero un gran talento e giocò per la squadra svizzera del Basilea come centrocampista, per poi passare nelle riserve dello Zurigo.

Dovette però appendere le scarpette al chiodo dopo un fastidioso infortunio alle spalle che gli costrinse di dire addio al calcio giocato. Urs è stato nel corso degli anni, anche un’importante figura per quanto riguarda gli argomenti di emancipazione razziale e scrive un libro chiamato “Io, Aristoteles, il negro svizzero: La mia vita attraverso successi e fallimenti” del 2020.

Tutti però, quando lo incontrano lo chiamano affettuosamente Aristoteles in memoria del talentuoso bomber che salva la piccola squadra della Longobarda.

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