Pasta, come mangiarla per non ingrassare: suggerimento prezioso

Mangiare la pasta a dieta non si può, ma si deve anche fare. Il trucco sta tutto nel capire come e quanto mangiarne. Ecco i consigli utili.

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Come mangiare la pasta quando si è a dieta (Sportnews.it)

Mangiare pasta a dieta? È arrivato il momento di riabilitarla e non solo la regina della nostra cucina, vanno riabilitati un po’ tutti i carboidrati che fanno parte di quei macro-nutrienti che dobbiamo assumere ogni giorni (insieme a proteine e grassi, ndr). Mangiare pasta quando si segue una dieta dimagrante, quindi, non solo si può ma proprio di dovrebbe, e questo non vuol dire non riuscire a perdere peso.

Il trucco e il punto sta tutto nel come e quando si mangia la pasta. Intanto se si segue una dieta dimagrante è sempre bene ricordarsi che bisogna farsi seguire da nutrizionisti e/o dietologi, esperti che riescono a capire meglio tutte quelle variabili che influenzano la perdita di peso -dalla sedentarietà, alla presenza di eventuali patologie fino alla tipologia di attività fisica che si pratica- e che di conseguenza possono darci le giuste indicazioni. In linea generale però è bene sapere che anche a dieta si possono mangiare fino a 80 g di pasta alla volta, bisogna però capire come abbinare ai diversi menù quotidiani, oltre che ingredienti, questa quantità di pasta.

Mangiare la pasta non fa ingrassare, ma dobbiamo imparare a cucinarla

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Penne rigate con sugo e basilico (Sportnews.it)

Mangiare la pasta di per sé, quindi, non fa ingrassare né tanto meno impedisce la perdita di peso, il punto sta tutto nell’imparare a cucinarla. Abbiamo già visto le dosi consigliate -il range può comunque variare e passare dai 50 ai 100 g, per questo è importante seguire le direttive degli esperti- ma al di là di questo altro fattore che rende la pasta e i carboidrati nostri alleati è la cottura. La pasta deve essere al dente e soprattutto non essere mangiata troppo calda. Questi accorgimenti aiutano a ridurre la quantità e la velocità di carboidrati contenuti dalla pasta.

Altra cosa che non va demonizzata è il condimento, anzi è meglio un piatto di pasta con maggiore condimento e meno presenza di carboidrati. Questo vuol dire che i sughi non sono un elemento negativo, ma anzi rappresentano un modo per arricchire il piatto senza esagerare con l’assunzione del macronutriente. Sono particolarmente utili, poi, i condimenti preparati con le verdure, la cui presenza di fibre aumenta il senso di sazietà e ci spinge a volere meno pasta.

Altro punto da non demonizzare è il consumo di pasta la sera, anzi sono sempre di più i nutrizionisti che consigliano questa fascia oraria perché a pranzo si fa maggiore la necessità di proteine. Se mangiata di sera però è meglio prediligere quelle tipologie di pasta con più basso indice glicemico ovvero non la classica pasta di grano duro ma, per esempio, quella integrale.